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lunedì 30 Giugno 2025
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    Il cacciatore trovato morto il 13 febbraio in un capanno era una persona conosciuta e amata all’Impruneta

    IMPRUNETA – È scomparso all’età di 77 anni Marcello Cherici, il cacciatore trovato privo di vita in un capanno venerdì 13 febbraio (clicca qui per leggere l'articolo), conosciuto da tutti come Marcellone.

     

    Tutto il paese di Impruneta lo ricorda con affetto, “perché era un buono reale, non come tutte le persone che ci lasciano e diventano automaticamente buone, lui era buono davvero”.

     

    A parlare così è Marco Nardini, questa volta non come presidente dell’associazione Fiera di San Luca, ma in veste di amico.

     

    Lo ricorda ancora con gli occhi di bambino quando “in sella al suo motorino partiva d’estate per girare l’Europa, mentre noi ragazzini al massimo andavamo a mangiare il cocomero in Caldaia”. Un uomo al passo con i tempi, anzi, un uomo che anticipa i tempi.

     

    Così Marco lo descrive e getta luce su un aspetto della sua vita privata: “Era stramoderno. Fu uno dei primi ad avere la macchina fotografica subacquea nonostante… non sapesse nuotare” ricorda col sorriso sulle labbra. “Ma in qualche maniera riuscì a immergersi, anche se non ho mai saputo come!”.

     

    Un uomo ricco di passioni, come l’arco, la pesca, la caccia, lo sci, il giardinaggio. Ed è proprio questa ultima passione che l’ha portato, anni or sono,  a conoscere e incontrare Red Canzian dei Pooh, accomunati entrambi dalla passione dei bonsai.

     

    Ma questa è solo una faccia di Marcellone, l’uomo dalle mille passioni, l’uomo "stramoderno". Marcello era soprattutto un uomo buono, generoso: infatti è stato, insieme a don Staccioli e al dottor Gabriele, uno dei primi imprunetini ad andare in missione in Tanzania.

     

    Questo aspetto conosciuto a tanti imprunetini, ma di cui Marcellone non ne ha mai fatto vanto, ce lo raccontano i rappresentanti dell’Associazione Onlus Impruneta-Africa “Amici del villaggio della speranza”.

     

    “Circa 30 anni fa – dicono – quando il mondo e la nostra società erano completamente diversi, Marcellone non ebbe nessun dubbio a "fare squadra" con don Staccioli, mosso da un’irrazionale voglia di fare qualcosa per gli altri".

     

    "Oggi sembra una cosa normale – dicono ancora – ma in quel tempo non lo era. Pur non essendo più tornato in quella terra ci teneva ad essere informato ed ad aiutare il nuovo progetto a cui la comunità di Impruneta partecipa, Il "Villaggio della Speranza" di Dodoma”.

     

    Un uomo sempre pronto ad aiutare nelle piccole cose, l’incarnazione della disponibilità.

     

    È con queste parole che l’associazione desidera accompagnarlo nel suo ultimo viaggio: “Grazie Marcellone per aver contribuito ad aprire la strada che ci ha portato a condividere un esperienza di solidarietà concreta, che sicuramente darà i suoi frutti migliori negli anni a venire”.

    di Costanza Masini

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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