BAGNO A RIPOLI – Sono migliaia i migranti che fuggono da fame e guerre e si riversano sulle nostre coste.
Molti di loro, sono cronache di questi mesi, muoiono in mare mentre tanti altri riescono a raggiungere il territorio europeo.
Nell’ottica di accoglienza e di arginamento di questa emergenza umanitaria, anche il Comune di Bagno a Ripoli è chiamato a fare la sua parte, nell'ambito di un percorso richiesto dalla Prefettura e concordato con gli altri Comuni chiantigiani.
Secondo il piano di ripartizione dei migranti predisposto dalla Città Metropolitana, saranno quaranta gli ospiti del nostro territorio.
Per dieci persone sono già stati individuati due appartamenti a Grassina. Arriveranno tutti uomini adulti, nessuna donna o bambino.
L’ospitalità sarà gestita dalla Prefettura e dalla cooperativa L’Orologio di Pontassieve che provvederà alla sistemazione logistica e all’avvio dei servizi per vitto, assistenza medica, assistenza burocratica e corsi di lingua italiana.
Intanto il Comune, ci fa sapere il sindaco Francesco Casini, ha coinvolto tutte le associazioni di volontariato del paese, Calcit, Fratellanza Popolare, Arci, Acli, Caritas per mettere a punto un piano di lavori sociali nei quali impiegare queste persone.
Per trovare la locazione agli altri che arriveranno, l’amministrazione comunale ha avviato contatti con l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero che in un paio di mesi potrebbe completare la ristrutturazione del monastero di Montisoni (in foto) e adibirlo al bisogno.
“Anche Bagno a Ripoli farà la sua parte per accogliere i migranti in arrivo e, per far fronte all'emergenza stiamo lavorando da oltre un mese al reperimento dei posti" spiegano il sindaco Casini e l’assessore al sociale Ilaria Belli.
“Il progetto che abbiamo pensato per la gestione di queste persone che arriveranno nel nostro comune – sottolineano – prevede la collaborazione con una cooperativa che si occuperà di fornire il vitto, organizzare corsi di italiano e dare assistenza medica e burocratica".
"Da parte nostra – concludono – come amministrazione abbiamo coinvolto tutte le associazioni del volontariato di Grassina, il Calcit, la Fratellanza Popolare, l'Acli, l'Arci, l'Auser e la Caritas, per dare una risposta efficace di vera solidarietà e studiare un piano di lavori sociali nei quali impiegare queste persone”.
di Stefano Casprini
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