PASSO DEI PECORAI (GREVE IN CHIANTI) – La chiesa di San Giuseppe Artigiano, al Passo dei Pecorai (sul lato del comune di Greve in Chianti) domenica 20 dicembre celebra i 50 anni dalla consacrazione.
Alle 17 verrà celebrata la Santa Messa presieduta dal Vicario Episcopale per il Clero Monsignor Giancarlo Corti, con il coro della SS. Annunziata; al termine, il racconto della chiesa e quindi un semplice buffet.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo un breve resoconto della storia della costruzione.
La storia della costruzione di questa chiesa ha inizio dai primi anni '60 del secolo scorso, quando lo stabilimento cementizio della Sacci di Testi avendo necessità di ampliare l'attivià estrattiva, acquista per utilizzarla poi come cava l'intera collina adiacente che andava spopolandosi per via dell'abbandono delle campagne, ma ricca di storia e di vita vissuta.
Verranno abbattuti la chiesa di San Donato a Luciana di antica fondazione (X sec.) sede della parrocchia che comprendeva anche l'attuale Passo dei Pecorai, il cimitero, le ville Pitti e di Storno, i casolari di derivazione etrusco-romana come Tolano, Ciciano, Cuculia, Poppiano, le case coloniche, il viale di cipressi e le antiche strade, con la conseguente dispersione della popolazione agricola che era emigrata o trasferita sul fondovalle al Passo dei Pecorai.
Qui al Passo dei Pecorai dove passava la via della transumanza con le greggi che numerose dall'alto Valdarno andavano a svernare in Maremma, da cui il nome al paese, esistevano già alcune modeste case per gli operai dell'industria cementizia la quale in quegli anni andava sempre più affermandosi in campo nazionale sì da richiamare centinaia di operai, tecnici e camionisti da ogni parte d'Italia e ne conseguiva l'ampliamento del paese con la costruzione di nuove abitazioni e della nuova chiesa in sostituzione di quella di Luciana con il conseguente trasferimento della parrocchia.
La chiesa dedicata a San Giuseppe Artigiano a motivo dei numerosi operai del paese, è stata consacrata il 18 dicembre 1965 da S.E. Cardinale Ermenegildo Florit dopo 4 anni della posa della prima pietra.
Oggi, si presenta come un'opera, moderna, innovativa nel panorama architettonico dell'epoca e di grande senso etico e religioso: l'immagine esterna di grande impatto è in cemento e rame, isolata su un rialzo del terreno, la facciata non c'è, è superata, non c'è un punto preferenziale per guardarla, importante la modulazione della luce che porta a fermarsi sotto la grande tenda della navata e a rivolgere lo sguardo verso l'altare maggiore posto sotto la magnifica vela con vetri istoriati che nei pomeriggi assolati proietta sul presbiterio una miriade di colori e altrettanto all'esterno di notte quando sono accese le luci all'interno.
Sicuramente una delle più belle chiese del '900 della diocesi fiorentina meta di visitatori e cultori dell'arte sacra.
La chiesa era stata ideata e progettata dall'arch. Bruno Martini di Firenze discepolo del grande arch. Giovanni Michelucci e voluta dall'Ing. Emilio Polzinetti allora direttore della soc. Sacci la quale ha contribuito alle spese per la sua costruzione come indicato nella pergamena della prima pietra.
di Redazione
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