Caro Direttore, mi permetta di fare qualche riflessione sulle dichiarazioni del sindaco barberinese apparse sul suo giornale qualche giorno fa.
Prendo spunto proprio dal suo articolo del 4 marzo che parla di “FUSIONE” tra Tavarnelle e Barberino, e che se il sindaco di Barberino rompe gli indugi, quindi se prima tentennava adesso è deciso, si è tolto qualche rimorso di coscienza come si suol dire, a me queste sue dichiarazioni hanno fatto l’effetto contrario.
Lungaggine, ritardo, incertezza, remora, in altre parole ostacola qualcosa, e mi spiego meglio.
Sono stati detti e scritti fiumi di parole su “FUSIONE” tra Tavarnelle e Barberino, già dal programma elettorale del 2004, del 2009 e, riproposte ancora con maggiore convinzione nel programma elettorale del maggio 2014 a Tavarnelle, i sindaci di ambedue comuni che dichiarano di essere arrivati al traguardo, i gruppi di maggioranza che prendono posizioni, associazioni che difendono le proprie tesi, cittadini che scalpitano, tutti scrivono tutto e il contrario di tutto.
Ma quando leggo che il sindaco di Barberino dichiara che l’anno 2018 è l’anno del referendum consultivo sulla fusione dei due comuni, non si può stare a guardare dalla finestra, ma bisogna pur dire qualcosa.
E la cosa che mi sento più di dire è, che conservarsi per altri due anni la poltrona di sindaco, per Giacomo Trentanovi è più importante di ogni altra cosa, tra l’altro se è come dice lui che Barberino ha piedi e cuore nella Valdelsa non si smentisce, preferisce chiudere il suo mandato senza scontentare alcuno e, passare la patata bollente al prossimo sindaco.
La crisi lunga e drammatica dei nostri due comuni, delle due nostre zone industriali, delle nostre due popolazioni quella tavarnellina e quella barberinese sono ai limiti della sopportazione, il continuo scivolamento all’indietro, il continuo stallo della situazione e le differenti prese di posizioni a giorni alterni non danno certezza e sicurezza, in altre parole abbiamo bisogno due sindaci che hanno coraggio e coerenza e, che alle parole seguono i fatti, se la direzione è tracciata la buona politica impone, che non bisogna perdere di vista il traguardo.
Come renziano, e mi appello a tutti i renziani di Tavarnelle e Barberino, di non demordere e/o assistere a una lenta e inconsapevole mutazione che a Tavarnelle porterebbe le lancette dell’orologio indietro e relegare, obbligare anche i barberinesi a sottostare a una politica altalenante, i renziani a Tavarnelle non ci sono per riproporre la solita politica e le solite filastrocche oramai superate, ma bensì cambiamento, accelerazione, una nuova cultura politica, che è quella del fare e, non del tirare a campare.
L’appoggio che i renziani hanno dato al candidato sindaco David Baroncelli nel maggio 2014, che con i suoi 2981 voti presi e con una percentuale del 72,32% , superando di gran lunga i risultati dei due precedenti sindaci, nel 2004 ricordo il 57,8% e nel 2009 il 52,3% , sono molto significativi, se poi qualcuno vuole dimostrare che questo non significa nulla, non mi trova assolutamente d’accordo, siamo per la buona politica e per la politica dei fatti e non delle parole e, i tavarnellini c’è ne hanno dato atto.
di Raffaele Tasso
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