GAIOLE IN CHIANTI – Prosegue il percorso di totale rottura da parte del Comune di Gaiole in Chianti dagli altri sette (Radda, Castellina, Castelnuovo Berardenga, San Casciano, Greve in Chianti, Tavarnelle, Barberino, dal 2019 comune unico Barberino-Tavarnelle).
Dopo la mancata firma della "nuova Pontignano", ovvero del patto fra Comuni per lo svluppo del Chianti; dopo l'audizione in Regione per la richiesta di un referendum fra i cittadini gaiolesi per l'inserimento della parola "Storico" dopo il nome di "Gaiole in Chianti", ecco un altro "step".
"La scelta di Gaiole in Chianti di non aderire all’ambito turistico “Chianti” – spiega una nota dell'amministrazione comunale – infatti, non è che l’ultimo anello di un processo che delinea una diversa concezione territoriale e sociale, che recupera l'appartenenza sostanziale alla provincia di Siena, nella consapevolezza della sua fortissima chiantigianità. Sarà il futuro a confermare o smentire questo processo che travalica i vecchi schemi politici e amministrativi e guarda in avanti verso nuovi approcci e relazioni culturali".
"La riproduzione “automatica” dell’ambito che i Comuni di Radda in Chianti, Castellina in Chianti, Castelnuovo Berardenga, San Casciano, Tavarnelle, Barberino Val d’Elsa e Greve in Chianti fanno coincidere con i confini del Consorzio del Chianti Classico – prosegue la nota – appare a Gaiole sempre più un vincolo in cui predominano gli aspetti commerciali rispetto alla complessità delle radici sociali, storiche e presenti nella zona".
"La visione del Chianti come prodotto – si legge ancora – non tiene conto delle marcate differenze territoriali esistenti in un'area che va dalla città Metropolitana di Firenze ai piccoli borghi della campagna senese che più lo rappresentano, rischiando di ridurre il cuore del Chianti a territorio marginale oltre che comprometterne il forte senso identitario. Proprio quest'ultimo rappresenta il collante del suo essere comunità, oggi il più importante dei valori che gli vengono riconosciuti nel mondo".
"La convinzione che fosse necessario rompere questa anomalia per il bene e il rispetto della reale identità delle comunità – si annuncia – ha portato il consiglio comunale di Gaiole a farsi carico di una decisione di discontinuità, seppur sofferta, che è anche un invito a guardare con occhi diversi ad un settore tanto importante, come quello del turismo (ma non solo), per il quale la nuova Legge regionale del 2016 prevede la gestione in forma associata dell’accoglienza e dell’informazione turistica.
“Gaiole è avvantaggiata rispetto a tutti gli altri Comuni. Noi abbiamo l’Eroica che negli anni ci ha fatto comprendere che i valori da conservare e far crescere non sono soltanto quelli nascosti dietro un’etichetta di un vino" spiega il sindaco di Gaiole Michele Pescini.
"E contemporaneamente – prosegue – dobbiamo dire che l’Eroica è nata proprio qui perché c’era l’humus giusto, le persone giuste. Abbiamo il dovere di qualificare la nostra accoglienza turistica prima ancora di implementarla, puntando prioritariamente sulla qualità della vita dei nostri concittadini. Al Chianti come marchio dobbiamo molto, ma proprio perché lo rispettiamo siamo consapevoli che la sua valorizzazione “matura” passi da qualcosa di più che un buon vino".
"Forse oggi abbiamo da restituire molto di più noi al Chianti con le nostre strade bianche – dice ancora – con gli etruschi di Cetamura, che il Chianti a noi. Per questo abbiamo constatato che il recinto proposto/imposto dell’ambito turistico Chianti ha troppi limiti e costrizioni e lo dimostrano anche le percentuali della ripartizione dei costi volutamente inique, a favore dei comuni più grandi, per confermare potere e chiusura da parte degli altri sindaci.”
“Ci facciamo carico di rompere un sistema – prosegue Michele Pescini – consapevoli che il nostro diniego è anche un invito a tutti a riflettere e a guardare oltre. Gaiole è un territorio fuori dalle rotte turistiche di massa, che ha preferito investire sulla qualità della vita, considerata il vero appeal turistico insieme all’identità territoriale, piuttosto che godere degli effetti di grandi progetti di promozione turistica fuori dai confini nazionali. Non cerchiamo, però, uno “splendido” isolamento. Su questo asse vogliamo costruire alleanze forti, vogliamo rendere le nostre caratteristiche qualitative la base per nuovi incontri.”
“Adesso abbiamo – conclude Pescini – il dovere di ragionare su nuovi possibili scenari, compresa l’ipotesi di un ingresso nell’ambito turistico Terre di Siena, nell'ottica del rilancio della dimensione provinciale senese, così piena di valori sociali e culturali riconosciuti nel mondo, che sentiamo a noi più vicina sia per territorialità, sia per coerenza con i modelli di sviluppo economici e turistici nei quali crediamo e che intendiamo portare avanti”.
di Redazione
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