Era stato arrestato dai carabinieri della Stazione di Grassina prima del Natale scorso, quando aveva rubato lo scooter a una postina a Ponte a Ema (clicca qui per leggere l'articolo).
Nello scooter era custodita la posta da consegnare, ma anche la tredicesima della donna, circa 1.200 euro. Il ragazzo aveva poi nascosto il motorino in un garage e aveva usato parte del denaro trafugato per comprare della droga da spacciare ai coetanei.
Oggi si svolgeva il processo, e alla lettura della condanna (a otto mesi) il giovane non ha retto. E' riuscito a scappare dal tribunale e a far perdere le proprie tracce: ma solo per poco, perché si è recato a casa del nonno, a Ponte a Ema, dove ha preso un fucile da caccia.
A quel punto la tensione è salita alle stelle, visto che la situazione poteva sfuggire di mano in ogni momento. Il giovane si è poi diretto verso Grassina, forse avendo in mente anche di consumare una sorta di vendetta verso coloro che lo avevano arrestato: per fortuna, in un momento di lucidità, si è disfatto dell'arma (poi recuperata dai carabinieri) gettandola nel fiume Ema.
Poi si è diretto verso la casa del popolo grassinese: è stato arrestato lì di fronte, in piazza Umberto I, dai militari della Stazione di Grassina guidati dal maresciallo Antonio Bonafede. E la giornata di follia si è chiusa con un sospiro di sollievo.
di Matteo Pucci
© RIPRODUZIONE RISERVATA