spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
sabato 21 Giugno 2025
spot_img
spot_img
Altre aree
    spot_img

    Bagno a Ripoli: “Urbanistica fuori dal tempo e senza una visione futura del territorio”

    Così il coordinamento delle associazioni dopo l'approvazione del piano operativo: "Spropositato dimensionamento edilizio e consumo di suolo previsto dai nuovi strumenti"

    BAGNO A RIPOLI – “Il piano strutturale e operativo del Comune di Bagno a Ripoli, dopo le osservazioni di cittadini e istituzioni e prima della definitiva approvazione consiliare: strumenti di transizione ecologica o di speculazione edilizia?”.

    Se lo domanda il coordinamento delle associazioni (Italia Nostra, L’A.R.C.A., Firenzeintralice, Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio, Il Pianeta, Comitato di Vicchio e Dintorni) in seguito all’approvazione definitiva, da parte del consiglio comunale, del nuovo piano operativo.

    “Nonostante il relativo contenimento intervenuto – proseguono – per effetto della motivata opposizione manifestata dai cittadini, dalle associazioni e dalle stesse istituzioni (Regione, Città Metropolitana e Soprintendenza), riguardo allo spropositato dimensionamento edilizio e consumo di suolo previsto dai nuovi strumenti urbanistici al momento dell’adozione (primavera 2022), i due piani continuano a segnalarsi per l’anacronistica, ingiustificata attenzione rivolta agli interessi particolari della speculazione e della rendita fondiaria e edilizia, anziché a quelli generali della qualità della vita dei cittadini e della conservazione del patrimonio territoriale”.

    “Come è noto – rilanciano – Bagno a Ripoli vanta il non invidiabile primato di Comune che, negli ultimi anni, in stridente controtendenza con i tempi precedenti, ha realizzato, in Toscana, la più elevata urbanizzazione e il più elevato consumo di suolo”.

    “Di fatto – accusano – l’obiettivo dei suoi amministratori attuali – inaccettabile per le associazioni e i comitati riuniti nel coordinamento locale, specialmente nella fase della transizione ecologica che stiamo drammaticamente vivendo, è chiaramente quello di fare di Bagno a Ripoli un quartiere di Firenze, fisicamente unito al viale Europa, grazie alla prevista tramvia, e quindi grazie alla urbanizzazione di buona parte del verde rimasto nel Piano di Ripoli, con l’eccezione del previsto parco urbano di Sorgane”.

    “Un obiettivo urbanistico addirittura dichiarato come “strategico” – riprendono – come si legge nelle controdeduzioni: “La strategia che sta alla base delle nuove previsioni residenziali”, con “nuove costruzioni residenziali di un certo rilievo nell’intervento RAM nel Capoluogo”, infatti “prevede la realizzazione di un nuovo quartiere dotato di servizi ed attrezzature pubbliche, che si inserisce nell’ambito di una strategia finalizzata a favorire una mobilità pedociclabile per raggiungere la tramvia””.

    “Basti dire – dicono ancoa – quanto al dimensionamento per il territorio urbanizzato e per il territorio rurale, che ad oggi le previsioni edificatorie del Piano Strutturale riguardano ben 118.395 mq, fra nuova edilizia (56.365 mq) e riuso con ristrutturazioni e recuperi di immobili (62.030); e che il Piano Operativo esprime un dimensionamento di 36.000 mq tra nuova edilizia (18.795 mq) e riuso (17.205 mq)”.

    “Ma come è noto – sottolineano – questi valori non considerano i nuovi parcheggi e le altre infrastrutture da realizzare e l’ingentissima occupazione di suolo, a vantaggio di privati, avvenuta proprio nelle more di approvazione dei nuovi strumenti urbanistici mediante i piani attuativi – approvati come anticipazioni di PS-PO – relativi al Viola Park, a Villa Olmi e al Match Ball; e non considerano neppure lo spazio che sarà occupato dalla tramvia, dal suo parcheggio e dai suoi servizi”.

    “Si spiegano così – esemplificano – l’abnorme attenzione per l’edilizia residenziale (per di più quasi sempre di mercato) da collocare nel territorio urbanizzato, significativamente ampliato – edilizia non solo “di recupero” ma anche nuova (una quantità completamente al di fuori di ogni dinamica demografica generale e locale e della domanda del mercato immobiliare, essendo da anni Bagno a Ripoli in calo di popolazione residente e con sovrabbondanza di appartamenti non occupati) – e l’abnorme, ingiustificato permissivismo per gli ampliamenti operabili nei fabbricati esistenti nei centri abitati e nella campagna, oltre alla generosità riguardante la costruzione dei cosiddetti manufatti o casotti provvisori correlati all’agricoltura amatoriale o al possesso di animali”.

    “Per non parlare – la rete delle associazioni è critica su ogni parte del piano – delle ventina di nuove piscine autorizzate o autorizzabili al di fuori delle aziende agricole/agrituristiche, ovviamente a loro volta adeguatamente considerate quanto ad ampliamenti, nuove edificazioni e agricampeggi”.

    “Da notare che – dicono ancora – nonostante le tante osservazioni contrarie, si continuano a proporre il nuovo e da ogni punto di vista impattante bypass fra via Roma e via Fratelli Orsi, nel cuore pulsante del capoluogo, infrastruttura definita addirittura strategica, e l’ampliamento della tanto discussa scuola americana ISF nell’area fragile rurale di via del Carota, paesaggisticamente e ambientalmente del tutto incompatibile”.

    “L’unica ragguardevole previsione di ampliamento che è stata a buon diritto cancellata – concludono – in seguito alle osservazioni della Regione, è quella riguardante l’impianto di Golf Centanni, struttura anch’essa in area rurale. Per queste ragioni riteniamo questo Piano fuori dal tempo e senza una visione futura del territorio”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    Sostieni il Gazzettino del Chianti

    Il Gazzettino del Chianti e delle Colline Fiorentine è un giornale libero, indipendente, che da sempre ha puntato sul forte legame con i lettori e il territorio. Un giornale fruibile gratuitamente, ogni giorno. Ma fare libera informazione ha un costo, difficilmente sostenibile esclusivamente grazie alla pubblicità, che in questi anni ha comunque garantito (grazie a un incessante lavoro quotidiano) la gratuità del giornale.

    Adesso pensiamo che possiamo fare un altro passo, assieme: se apprezzate Il Gazzettino del Chianti, se volete dare un contributo a mantenerne e accentuarne l’indipendenza, potete farlo qui. Ognuno di noi, e di voi, può fare la differenza. Perché pensiamo che Il Gazzettino del Chianti sia un piccolo-grande patrimonio di tutti.

    Leggi anche...