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sabato 26 Aprile 2025
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    A Case San Romolo sono allo stremo: “Accordo fra vicini per sorvegliarci a vicenda”

    "Così non è davvero più sostenibile, ormai le scorribande avvengono a cadenza pressoché quotidiana".

     

    È preoccupato Giuseppe Lami. Le sue parole riuniscono la voce dei seicento abitanti di Villamagna e dintorni, vittime della recente e violenta impennata dei furti in appartamento. In particolare alle Case di San Romolo, dove lo scorso lunedì 8 aprile si è svolta un’assemblea pubblica sul tema.

     

    "La sala del circolo Natura e Vita era strapiena – prosegue Giuseppe – e stavolta, a differenza dell’anno scorso, sono intervenuti anche il sindaco Luciano Bartolini e il maresciallo Angelo Ventura, della Stazione carabinieri di Bagno a Ripoli. E in veste non istituzionale anche altri esponenti dell’amministrazione ripolese, fra cui l’assessore Francesco Casini, a riprova della gravità della situazione".

     

    Un passo indietro. Maggio 2012. Allarmati dal ripetersi dei furti tentati o riusciti, gli abitanti delle Case di San Romolo convocano in fretta e furia un’assemblea. Cinquanta famiglie decidono di organizzarsi e tentare la strada della vigilanza privata.

     

    "L’esperimento funzionò – dice Lami – Dalle 23 alle 7 la guardia giurata passava più volte di pattuglia, e gli episodi si interruppero di colpo. Solo che al momento di pagare, da cinquanta che eravamo il numero scese di parecchio, e la spesa sarebbe diventata insostenibile. Ragion per cui, dopo poco la cosa finì lì".

     

    Neppure dodici mesi ed eccoci da capo. "In realtà stavolta la piega presa dagli eventi è ancora peggiore – chiarisce Giuseppe – perché dallo scorso febbraio le intrusioni dei ladri hanno una frequenza impressionante. Sfruttando la frantumazione dei centri abitati in questa zona, spesso i delinquenti agiscono quasi indisturbati. La zona cosiddetta delle Terre Rosse, dove abito anche io, è letteralmente flagellata".

     

    "Dal mio vicino – prosegue – sono entrati in casa in pieno pomeriggio, scardinando la porta e la cassaforte con attrezzi da cantiere, tanto che inizialmente gli altri abitanti pensavano che ci fossero lavori in corso.  Sempre qui in via Asciolo, tre settimane fa sono entrati in due case all’ora di cena, e solo l’allarme di una delle due li ha messi in fuga facendo fallire il furto".

     

    E poi è toccato a lui: "Proprio così. Sono stato “visitato” nel giorno di Pasqua, mentre ero al mare. Anche da me è scattato l’allarme, che contemporaneamente avvertiva i Carabinieri. Ma io ho subito allertato i miei vicini, che accorrendo hanno messo in fuga i ladri".

     

    Solidarietà come prima arma di difesa dunque. "Non possiamo fare altro, dato che nessuno ci aiuta. Anche il sindaco, davanti alla nostra richiesta di sostegno economico nell’installazione di telecamere stradali di controllo (costo 3mila euro) ha risposto negativamente, motivando con le ristrettezze economiche in cui versa l’amministrazione. A questo punto noi residenti siamo costretti a pagarci da soli la nostra sicurezza, vi sembra normale? Come prima soluzione, abbiamo stretto un accordo fra vicini, che prevede l’intervento di tutti non appena squilla un segnale di allarme".

     

    Encomiabile, ma forse non è la via più sicura per risolvere il problema: "Può darsi – conclude Lami – ma riteniamo che i ladri stessi sappiano bene la differenza fra furto e rapina, per cui in caso arrivino i cittadini continueranno a fuggire come successo fino ad oggi. E comunque non abbiamo molte alternative, se non quella di lasciare le nostre case in balia dei topi d’appartamento".
     

    di Leonardo Pasquinelli

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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