GRASSINA (BAGNO A RIPOLI) – L'allarme l'ha lanciato il Comune di Bagno a Ripoli alcuni giorni fa (clicca qui per leggere l'articolo), palesando di non aver niente a che fare con una pubblicazione edita in questi giorni. Che ha fatto una ricca raccolta pubblicitaria fra i commerrcianti ripolesi. In particolare a Grassina.
Foto del palazzo comunale, della giunta, hanno indotto molti dei commercianti ai quali è stato proposto di sponsorizzare la pubblicazione a partecipare. Salvo poi scoprire che con il Comune non aveva niente a che fare.
"Il Comune di Bagno a Ripoli – dicono a questo proposito dall'amministrazione comunale – totalmente estraneo alla pubblicazione, ritiene opportuno specificare di non avere alcun rapporto economico, lavorativo, operativo e di patrocinio con l'iniziativa editoriale e che la raccolta pubblicitaria e la ricerca di inserzionisti sul territorio è autonomamente gestita da soggetti estranei all'amministrazione. In tal senso, anche le informazioni e le immagini contenute nella guida sono state reperite dall'editore in totale autonomia e non sono state fornite da questa amministrazione".
Truffa? Probabilmente non si può certo parlarne in questo senso. Di sicuro c'è stato un "abbordaggio" molto particolare ai commercianti, che si sono sentiti di partecipare a un qualcosa che aveva la "benedizione" da parte dell'amministrazione comunale. Con le garanzie del caso.
"Purtroppo – dicono dalla Confesercenti, che ha seguito alcuni dei casi – in particolare a Grassina, ci sono stati negozi che hanno sborsato centinaia e centinaia di euro. La cosa che ci sentiamo di dire sempre è questa: in casi del genere invitiamo i commercianti a contattare la nostra associazione e il Comune prima di firmare un qualunque contratto. Un controllo in più è sempre fondamentale".
di Matteo Pucci
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