PONTE A NICCHERI (BAGNO A RIPOLI) – Diagnosi precoce in sala operatoria per stanare il linfonodo sentinella, grazie al nuovo macchinario dotato di gamma-camera messo a disposizione degli specialisti che operano nel centro di riferimento regionale per il melanoma all’ospedale Santa Maria Annunziata di Ponte a Niccheri.
La moderna apparecchiatura, introdotta da alcuni mesi al centro, è in grado di effettuare una ricerca radio-guidata del temibile linfonodo superando altre metodiche diagnostiche come l’ecografia, la Tc, la Rm e la PET.
Il nuovo macchinario al momento è presente solo nei maggiori centri per la cura del melanoma (all’Istituto europeo di oncologia a Milano e agli Istituti oncologici di Veneto di Padova e Pascale di Napoli).
La gamma-camera permette di visualizzare il linfonodo sentinella in sala operatoria, immediatamente prima dell’intervento chirurgico; successivamente, con l’ausilio di una sonda, intra-operatoria, anche questa di ultima generazione, il linfonodo viene asportato: al termine dell’intervento una nuova acquisizione di immagini permette di verificare, sempre in sala operatoria, se è stato asportato il “vero” linfonodo sentinella.
Al contrario se rimane uno spot di radio-attività il chirurgo prosegue la ricerca con la sonda del linfonodo rimasto in sede fino alla sua identificazione, asportazione, negativizzazione delle immagini al monitor gamma-camera.
Il melanoma è il più aggressivo dei tumori cutanei, la sua incidenza è in aumento (nella regione Toscana si verifica un caso ogni 120 persone rispetto ad un caso ogni 180 degli anni ’90).
In questi mesi la nuova apparecchiatura si è dimostrata utile soprattutto in casi in cui i linfonodi sentinella fossero più di uno, quando localizzati in sedi particolari, profondi o molto vicini al melanoma primario e in pazienti con eccesso adiposo.
“Ritengo che la possibilità di effettuare un controllo in sala operatoria con gamma camera al termine dell’intervento, possa migliorare due importanti parametri di qualità nella chirurgia del melanoma: aumento della percentuale di identificazione del linfonodo sentinella e diminuzione dei falsi negativi” ha spiegato il dottor Lorenzo Borgognoni, direttore del Centro fiorentino.
Aggiungendo che "sono indubbi vantaggi per il paziente in quanto una le armi più efficaci per combattere il melanoma, e quindi guarire, sono la diagnosi precoce associata ad una precoce terapia chirurgia, due procedure che ora vengono compiute contemporaneamente".
Nel centro di riferimento regionale per il melanoma sono stati operati oltre 4.500 melanomi ed effettuate oltre 1.500 biopsie del linfonodo sentinella.
Il centro ha inoltre partecipato a studi multicentrici insieme alle maggiori Melanoma Unit del territorio nazionale, tra cui uno studio sul controllo di qualità della chirurgia del melanoma, che ha portato alla pubblicazione della più grossa casistica mondiale di linfoadenectomie sul melanoma (oltre 2.500 – JAMA Surgery), in un programma di monitorizzazione della qualità e di miglioramento tecnologico in cui il Centro è attivamente coinvolto.
L'aumento dell'incidenza del melanoma è un fenomeno che si presenta in entrambi i sessi ed in tutte le fasce d'età. L’incremento annuo del tasso di incidenza è risultato particolarmente elevato nelle età giovani (20-39 anni +7,2% annuo) e soprattutto nelle donne, anche se è in crescita significativa anche tra gli adulti (40-59 anni +4,7% annuo) e nei soggetti di età più avanzata (con oltre 60 anni +4,5% annuo).
Il melanoma colpisce frequentemente in età giovane adulta e i dati del Registro Toscano Tumori indicano che nella fascia di età 20-44 anni il melanoma è il secondo tumore come incidenza dopo il tumore della mammella nel sesso femminile e il tumore del testicolo nel sesso maschile.
di Redazione
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