GRASSINA (BAGNO A RIPOLI) – E’ don James Savarirajan il nuovo parroco arrivato al posto di don Fabrizio Poli nella parrocchia di Grassina, a fianco di padre Stefano.
Faccia sorridente e sguardo sereno, quando lo incontriamo in una mattinata grigia e piovosa per una breve chiacchierata ci sentiamo subito a nostro agio. La tranquillità che trasmette è contagiosa.
La prima cosa che ci dice è che non ama essere al centro dell’attenzione, perché sta offrendo solo un servizio per conto della Chiesa rivolto alle persone: che è ciò che ha scelto di fare. Però ama la comunicazione costruttiva, sotto ogni forma si presenti.
“Io non ho progetti nuovi, ce ne sono già tanti ben avviati” ci risponde alla domanda su quali possono essere le sue aspettative.
“Ho trovato una bella realtà – tiene a dire – ed ho intenzione di puntare sui giovani e sulle famiglie. Educare alla fede i bambini e i ragazzi che frequentano il catechismo, accogliendoli liberamente a momenti di condivisione. Parlando con i catechisti ho chiesto di portare la loro testimonianza di fede, senza insegnarla. La fede non è una cosa che si insegna”.
In maniera del tutto naturale ci spiega che il suo sarà un percorso spirituale, all’interno del quale le persone dovranno sentire la chiesa come fosse una casa per tutti, senza distinzioni.
Tiene molto al tessuto sociale della comunità e il suo impegno sarà rivolto ad avvicinare soprattutto coloro i quali che per qualche motivo si sentono lontani.
“Ricordiamo – sottolinea don James – che la chiesa si trova all’interno della comunità e non viceversa. Avvicinandola alle famiglie con semplicità e chiarezza senza fare troppa teologia. Sarebbe bello riuscire a camminare insieme e per questo mi impegnerò. Mi piace dare agli altri, per me è un divertimento quello che faccio”.
Saper ascoltare e unire il paese attorno alla parrocchia: “Dove ero prima, alla Ginestra Fiorentina, ho lavorato in questo modo. Mi sono confrontato con persone che avevano anche idee diverse dalle mie ed insieme siamo riusciti a costruire un percorso. Là il dialogo ha funzionato ed anche qui mi ripropongo di agire nello stesso modo".
"Avrò bisogno di un po’ di tempo per abituarmi – ammette – ma sarò a disposizione per ascoltare i parrocchiani che vorranno darmi consigli o suggerimenti”.
Ascoltare effettivamente è una parola che ama ripetere e la troviamo carica di significato, di questi tempi.
La sua prima esperienza di convivenza, ci racconta, affonda le radici nel suo Paese d’origine, l’India, nel quale la percentuale di cristiani è in netta minoranza rispetto agli induisti e tale realtà ha insegnato l’importanza del rispetto reciproco per ogni fede.
Una grande fiducia riposta nelle persone, concetti facili eppure spesso così difficili da riscontrare nella vita di tutti i giorni ma che possono diventare punto d’incontro e di forza su cui far leva per migliorarsi. Benvenuto don James !
di Silvia Rabatti
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