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martedì 23 Aprile 2024
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    E’ quella scritta dal direttore del Parco di San Rossore al dirigente dell’Istituto Comprensivo ripolese

    BAGNO A RIPOLI – Quello che è accaduto nei giorni scorsi a San Rossore, parco naturale in provincia di Pisa, rende davvero l'idea di quello che può succedere quando il web innesca la miccia di un panico immotivato.

     

    La storia l'avrete letta o sentita: decine di scolaresche hanno annullato le gite previste al parco poiché impaurite dalla presenza di migranti (provenienti dal Mali) che, secondo notizie incontrollate e prive di ogni fondamento avrebbero potuto diffondere il virus Ebola.

     

    Adesso è il direttore del parco, Andrea Gennai, che in una lunga lettera, invita al dirigente scolastico ripolese Marco Panti, che si è distinto per essersi opposto al panico irrazionale, dice di essere stato "profondamente colpito ed amareggiato dalla questione dell'assurdo "allarme Ebola". L'irrazionalità, il panico e la falsità hanno dominato nell'opinione pubblica, provocando enormi danni".

     

    "Danni al vivere civile – prosegue Gennai – perché ragazzi profughi del Mali perfettamente sani, dotati del permesso di soggiorno e liberi di circolare nel paese (vanno quotidianamente nel centro di Pisa in bicicletta, se avessero avuto l'Ebola l'Italia sarebbe già stata infestata…), sono stati tacciati di essere portatori di terribili malattie".

     

    "Si tratta invece di ragazzi bellissimi – tiene a dire – con storie di dolore inimmaginabile ma con una voglia di vivere incredibile. Solo questo basterebbe a condannare chiunque abbia anche solo diffuso il dubbio, non esistendo alcun elemento per averlo. Danni anche all'educazione dei bambini, che hanno così acquisito il pregiudizio come terribile metodo di vita".

     

    "La bufala – ricostruisce – è nata perchè un gruppo di attivisti africanisti chiese di incontrare i profughi il giorno stesso del loro arrivo in San Rossore e l'assessore comunale competente, per motivare il proprio dissenso e rimandare di qualche giorno l'incontro, affermò che alcuni ragazzi avevano "qualche linea di febbre" e dovevano riposarsi. Questa affermazione convinse un paio di blog di estrema destra, ovviamente in pessima fede, a lanciare l'ipotesi Ebola, che era assolutamente inesistente".

     

    "Il web ha rilanciato queste sciocchezze – dice – ma da subito gli organismi pubblici hanno smentito. Da qui in poi si susseguono decine di dichiarazioni senza senso, soprattutto sul diritto di avere paura e di cautelarsi. Cautelarsi da cosa? Nessun giornale ha mai avvallato le ipotesi di Ebola ma ne ha solo raccontata l'inesistenza, riportando le smentite mie e della Asl".

     

    Ma, come sottolinea, "nel frattempo molti operatori economici hanno subito gravi danni per le cancellazioni delle visite, scaricando spesso sui profughi la colpa. Da qui all'odio razziale è davvero un solo passo… . Adesso io sono letteralmente impaurito dalla pazzia dell'opinione pubblica, perché anche a me potrebbe capitare di fare uno starnuto ed essere accusato di avere chissà quale malattia. Ma allora potrebbe capitare a chiunque, compresi quelli che hanno cancellato le gite…..Sembra che l'epoca della caccia alle streghe ed all'untore sia prepotentemente tornata. Ma oltre alla paura ho anche grande rabbia, perchè almeno dal mondo della scuola non dovevano arrivare questi assurdi segnali".

     

    "Bene hanno fatto gli insegnanti come il professor Panti – dice ricordando la posizione assunta dal dirigente scolastico ripolese – perché nessun genitore in Italia ha mai avuto un elemento, di minima consistenza e credibilità, per solo ipotizzare che vi fosse un allarme Ebola. Era dovere dei genitori e delle scuole informarsi semmai presso le autorità, dando loro la fiducia che è alla base del vivere civile".

     

    "Ma il maggior danno – dice ancora – l'hanno ricevuto a mio giudizio i bambini, che per colpa di una paura assolutamente infondata si son persi una bellissima gita e si son guadagnati un bel pregiudizio. Se però si decide che bastano i dubbi, senza alcun indizio, per condannare qualcuno e fare scelte irrazionali, allora mi arrendo alla illogicità delle scelte dell'opinione pubblica, che tanti danni ha fatto nella storia, quella storia che si insegna a scuola proprio per evitare gli errori del passato".

     

    "Per colpa di questi sciocchi – accusa – dubbi adesso i ragazzi del Mali si sentono odiati, respinti, ghettizzati, accusati di far perdere guadagni agli operatori locali. I soliti razzisti ne hanno approfittato, chiedendo al Parco di mandarli via. Io invece non mi arrendo a questa cosa e continuerò a lottare perchè i nostri bambini e ragazzi siano educati con modelli diversi".

     

    "Grazie di cuore al professor Panti – annuncia – che se viene a San Rossore sarà ospite gratis del Parco nelle nostre foresterie. Lo accompagnerò personalmente a vedere le meraviglie naturali che i bambini non hanno potuto apprezzare per il panico immotivato dei loro genitori ed a conoscere i giovani ragazzi del Mali, coi quali i mie figli giocano a pallone mentre qualcuno li addita dicendo ai suoi bambini: "vieni via, sono malati"!".

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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