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venerdì 26 Aprile 2024
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    Lunga e accurata serie di eventi per celebrare il settantesimo anniversario della Liberazione

    BAGNO A RIPOLI – Conclusa, a Bagno a Ripoli, la lunga e accurata serie di iniziative per ricordare il settantesimo anniversario della Liberazione.

     

    Si è cominciato alcune settimane fa con l’inaugurazione, alla casina di Fonte Santa, del murale dedicato alla Brigata Sinigaglia per poi proseguire il 24 luglio, alla casa del popolo di Grassina, con la serata “Cartoline dalla Resistenza” con letture di brani teatrali di Giacomo Quinti ad opera di Daniele Viciani e canti di Donatella Elisacci e Alessandro Tonini.

     

    Il 4 agosto, giorno della liberazione del comune, la deposizione delle corone presso i cippi del territorio e una bella serata al giardino I Ponti con la proiezione del documentario di Alessandra Povia Vladimiro “Ragazzi come noi” e di videointerviste “Resistenza ieri e oggi” a cura del videomaker di Bagno a Ripoli Iosif Castrucci.

     

    Infine, il 5 agosto, sempre alla casa del popolo di Grassina, una serata sul tema “Donne nella Resistenza” introdotta dal professor Simone Neri Serneri, direttore dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana in cui è stato proiettato un video curato da Sergio Morozzi.

     

    Francesco Casini, la prima volta da sindaco a celebrare la Liberazione, si è detto emozionato: “Siamo una giunta giovane e abbiamo l’obbligo di dimostrare che camminiamo nel solco di quei valori. E’ nostro compito investire sul futuro e lavorare sulla memoria. Per questo l’impegno sulla scuola perché è lì che si fa la generazione di domani, lì che si fanno le coscienze”.

     

    “Come amministrazione – ha continuato – siamo a fianco dell’Anpi e sosteniamo le iniziative come quella per l’adozione di un cippo della memoria. Continuiamo a raccontare, a ricordare quegli… eroi per caso”.

     

    Una riflessione anche sulla situazione attuale, sui conflitti così vicini a noi: dall’Ucraina a Gaza. Resta fermo l’impegno di Bagno a Ripoli contro la guerra. Proprio in questi giorni il fiorire delle bandiere arcobaleno alle finestre e ai balconi del capoluogo e delle frazioni.

     

    “Affermiamo che siamo in una società civile – ha detto Luigi Remaschi presidente dell’Anpi – ma è una falsità se tolleriamo cha a due passi da qui si uccidano i bambini. Giornate come queste devono lanciare un appello che ci faccia sentire persone civili. Tre valori elementari, normali: Libertà, uguaglianza, fraternità. Non c’è niente di più umano e diretto.  Occorre scoprirsi partigiani, non restare inermi altrimenti è l’oblio. Per questo gridare ora e sempre Resistenza”.

     

    “I valori della Resistenza – ha continuato Remaschi – sono per noi il vaccino più forte contro il fascismo che rialza la testa. Contro nuove forme di oppressione e limitazione delle libertà”.

     

    Interessante la serata dedicata alle donne nella Resistenza. Ilaria Belli, vice sindaco, si è detta “profondamente emozionata e onorata di essere stata invitata. Il tema l’ho trovato moderno e poco analizzato. Pensiamo a quelle donne che in quegli anni combatterono anche per l’emancipazione femminile. Contadine, operaie, intellettuali. Pensiamo anche allo stupro utilizzato come arma di guerra, pratica ancora perpetrata nelle guerre odierne”.

     

    Il professor Simone Neri Serneri ha fatto una panoramica sugli anni di guerra che hanno visto l’universo femminile sempre più protagonista.

     

    Dall’oro alla patria alle organizzazioni di massa femminili, fra gli anni Trenta e Quaranta, le donne si sono smarcate dal tradizionale ruolo di mogli, madri, figlie, sorelle, dedite principalmente alla cura della casa.

     

    Le donne contadine aiutarono i soldati sbandati e i partigiani come fossero loro figli, altre donne entrarono nelle file dei partigiani come staffette e attive combattenti.

     

    Un aiuto pagato in modo drammatico.  Un’assunzione forte di responsabilità e l’emergere di figure come Teresa Mattei, Gilda Larocca, Maria Luigia Guaita e tante altre.

     

    Storie raccontate nel video montato da Sergio Morozzi dove si sono viste immagini di Firenze nei giorni dell’insurrezione e interviste alle protagoniste di allora fra cui Liliana Benvenuti (Angela),  e Giuseppina Cavicchi, testimone diretta dell’eccidio di Pian d’Albero.

     

    “L’esperienza partigiana ha avuto un’inerzia positiva – ha detto Serneri a proposito della condizione della donna-  Poi il ritorno culturale del mondo cattolico e del mondo comunista (non molto lontano) hanno riportato indietro. Resta un’esperienza umana ed esistenziale ricca, ancora molto da studiare”.

     

    Il prossimo appuntamento organizzato dall’Anpi, domenica 10 agosto in piazza San Firenze con “Oltrarno 1944” un dramma in musica in memoria di Bruno Fanciullacci.

    di Stefano Casprini

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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