GRASSINA-IMPRUNETA – Nelle pieghe della millenaria Fiera di San Luca di Impruneta, ogni anno si ripete una goliardica tradizione nata dall’idea di sette grassinesi nel 1999, all’epoca… "ragazzotti".
Un gruppo di soli uomini, rappresentativo delle varie compagnie di Grassina, si dà appuntamento il mercoledì della settimana della Fiera all’Impruneta per mangiare il pollo con le mani, arrostito alla perfezione dai volontari della casa del popolo imprunetina sulle griglie in piazza Nova.
Visto il numero crescente di adesioni e il ripetersi di ogni, l'abitudine è diventata usanza, aspettata e sentita come una festa comandata. Tanto sentita che si è reso necessario… organizzare il succulento pasto.
Antonio Bernini, tra i fondatori di questo appuntamento, ci ha raccontato come è nata e come negli anni si è consolidata: “Già da bambino la mia mamma nel giorno del fierone mi portava sempre il pollo da mangiare a casa".
"Nel 1999 – prosegue – ormai ragazzo, decidemmo di andare con un gruppo esiguo di amici, in sette, a mangiarlo direttamente lì. Ma arrivammo troppo tardi e non ne era rimasto più, finendo così a mangiarci una pizza come ripiego. Ci ripromettemmo quindi l’anno successivo di tornare per tempo e infatti ci tornammo con qualche amico in più”.
Da occasione ad abitudine il passo fu breve e repentino. Lo spirito di identità paesana che ancora oggi viene portato in questa trasferta è il distinguo per mantenere viva l’idea.
Oltre ad Antonio, Riccardo Matteuzzi e Subramani Calvelli sono coloro i quali, negli anni, si sono dati da fare per organizzare l’appuntamento, affiancati naturalmente da altri ragazzi che aiutano nella gestione dei partecipanti.
“Il rischio a cui stiamo attenti – continua Antonio – è che il passaparola arrivi talmente lontano per cui potrebbero partecipare persone che non sono di Grassina. Che non condividono con tutti gli altri questo sano spirito paesano. Per evitare questo sono stati nominati dei capigruppo che, con l’approvazione preventiva di tutti gli altri, possono invitare a loro volta degli amici”.
Alcune settimane prima il gruppo si riunisce per definire gli invitati, quindi programmare la quantità di polli da ordinare e il vino da portare (comprese le "rote" di pane). E decidere chi si occuperà di cosa.
La cena consiste solo in questo, stare tutti insieme mangiando, raccontarsi barzellette e storie. Che spesso sono le stesse ogni anno ma che, in quell’occasione, in quella piazza, tornano a vivere come nuove.
Anche lo stand a cui fanno riferimento è sempre lo stesso negli anni, quello della casa del popolo imprunetina: e l’amicizia nata con gli uomini che stanno al braciere ne è la testimonianza.
“Il rito d’inizio è quello di raccogliere le liste dei capigruppo – dice ancora Antonio – fare l’appello a voce alta di tutti i presenti e intonare l’inno di Grassina. Dopodiché si comincia a mangiare”.
L’idea, nata tra coetanei, ha saputo contagiare e coinvolgere negli anni altre fasce d’età, da più giovani a meno giovani, che hanno scoperto in questo appuntamento un momento di semplice condivisione. In cui il fattore comune fosse la provenienza grassinese.
Neanche il brutto tempo quest’anno è riuscito a scoraggiali e pur di mettere all’attivo un altro anno hanno sfidato la pioggia che poco dopo il loro arrivo, mercoledì 14 ottobre, è iniziata a cadere.
Intrepidi e bagnati sono rimasti, cercando riparo sotto lo stand, mangiando e scaldandosi con un bicchiere di vino. La serata è risultata comunque vincente, il divertimento non è mancato.
Salutandosi l’appuntamento raccolto da tutti i presenti è stato stato per l’edizione 2016: ovviamente solo per… grassinesi doc.
di Silvia Rabatti
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