BAGNO A RIPOLI – “Nella seduta del consiglio comunale di giovedì 26 settembre, è stata discussa una mozione presentata dal gruppo del Pd e dal gruppo Bagno a Ripoli al Centro, riguardante la modifica della legge N. 91 del 1992 sulla cittadinanza e istituire lo jus scholae.
Siamo infatti profondamente convinti che questa sia una battaglia di civiltà e di giustizia nei confronti dei tanti ragazzi e ragazze stranieri che vivono nel nostro Paese, che studiano la nostra storia e che parlano la nostra lingua”.
Inizia così la riflessione del gruppo consiliare del Partito democratico ripolese, guidato in consiglio comunale da David Stinghi.
“Da molto tempo – prosegue la nota – è in corso nel nostro Paese un dibattito sempre più vasto nella società civile sulla necessità di modificare la legge che regola la concessione della cittadinanza, coinvolgendo anche il mondo dello sport soprattutto dopo le Olimpiadi di Parigi ed è quindi il tempo che le forze politiche superino vecchi steccati ideologici per trovare una soluzione giusta che rispetti le aspettative di tante persone che desiderano soltanto di poter partecipare alla crescita della comunità di cui fanno parte”.
“Sappiamo bene – rimarcano – che lo jus scholae non è la soluzione ideale per questi ragazzi e che noi avremmo preferito lo jus soli, ma sappiamo anche che in questo momento è l’unica possibile. La mozione è stata approvata con il voto favorevole del gruppo del Pd, del gruppo di Bagno a Ripoli al Centro e del gruppo di Bagno a Ripoli Futura e con il voto contrario del gruppo di FdI e del gruppo di Cittadinanza Attiva”.
“Ci amareggia profondamente il voto contrario del gruppo di Cittadinanza Attiva a questa battaglia di civiltà – sottolineano – Giunto peraltro inaspettato soprattutto dopo un bell’intervento del consigliere Deidda che dava l’impressione invece di essere favorevole”.
“Non serve usare delle belle parole – rilancia il gruppo consiliare del Pd ripolese – suadenti se poi negli atti concreti ci comportiamo in modo totalmente diverso da quello che diciamo. Crediamo che i più delusi da questo comportamento siano proprio i ragazzi che da tanto tempo aspettano il riconoscimento di questo diritto e che a parole si dice di voler difendere e aiutare”.
“Sono proprio i giovani – conclude la nota – sia italiani che stranieri, i più danneggiati dall’uso delle parole che poi non sono seguite dai fatti. Sono questi comportamenti che allontanano i giovani dalla politica e dall’impegno nella società. Noi continueremo sempre più convinti a essere dalla loro parte e a sostenere le loro giuste battaglie”.
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