BAGNO A RIPOLI – “Il taglio di 4 classi dell’Istituto Gobetti-Volta proposto dall’Ufficio Scolastico Regionale – qualora dovesse essere confermato – renderà meno efficace l’azione didattica e quindi meno efficiente la scuola”.
Lo scrivono i docenti dell’istituto superiore “Gobetti-Volta” di Bagno a Ripoli, in una riflessione che decidono di rendere pubblica in un momento cruciale nella vita scolastica, che intreccia difficoltà del passato a quelle causate dalla pandemia da Covid-19.
“Infatti – riprendono i docenti – moltiplicare il numero di alunni per classe (componendo classi troppo affollate, anche tramite accorpamenti) è senza dubbio una scelta improduttiva, almeno per chi tenga più ai risultati educativi da raggiungere che ai risparmi da ottenere”.
“Del resto – rilanciano – se tagliare sulla formazione è sempre una scelta sbagliata, in questa fase di pandemia appare addirittura dissennata: ridurre il numero di classi in questo momento non significa solo impoverire l’offerta formativa ma anche rendere più difficile tutelare la salute dei ragazzi. Tutto questo mentre dal Ministero si promettono svolte rispetto alle “classi pollaio” e investimenti per garantire la sicurezza degli alunni e dei lavoratori della scuola”.
“Già dal tempo della riforma che ha obbligato l’aumento del numero degli studenti per classe – sottolineano – molte aule non sono più risultate adeguate allo spazio vitale previsto per legge e per le norme di sicurezza, costringendo gli studenti, maggiormente quelli della scuola secondaria di seconda, a situazioni di disagio e di carenza di sicurezza, e i docenti e i dirigenti a subirne le conseguenze sia sotto il profilo della didattica che della responsabilità”.
“Risulta evidente – affermano – quanto sia illogico costituire adesso delle classi di 30 alunni per poi dovere, a settembre, smembrare classi troppo numerose per una didattica in presenza sicura. Invece di cogliere l’occasione per imprimere, da subito, una svolta nei criteri di formazione delle classi, si preferisce da parte del Ministero continuare con le vecchie logiche di risparmio e di tagli, salvo poi cercare – forse – di metterci una pezza alla ripresa dell’anno scolastico”.
Insomma, come dice un vecchio adagio di grande saggezza popolare, è come fare una buca per poi riempirla. E in un momento del genere è doppiamente pericoloso, oltre che insensato.
“Pertanto – concludono – chiediamo con forza di rivedere tale previsione e di consentire la regolare formazione delle classi attualmente soppresse, non solo per ragioni didattiche ma anche di sicurezza e di elementare buon senso, per evitare di creare adesso problemi che occorrerà affrontare e risolvere alla riapertura della scuola a settembre”.
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