Il suo ultimo film è uscito da pochi giorni nelle sale: si chiama "Pazze di me" e vede nel ruolo di attore protagonista Francesco Mandelli, al secolo conosciuto anche come "Il Nongiovane", creatore (assieme a Fabrizio Biggio della serie, diventata poi film, dei "Soliti idioti").
Claudia Zanella, 34 anni, grassinese di origine, è una delle tre sorelle di Mandelli, unico maschio in una famiglia tutta al femminile… . Ha recitato sia in film per la tv che per il grande schermo. Fra queesti ricordiamo "L'amore ritorna", regia di Sergio Rubini (2004), "Quo vadis, baby?", regia di Gabriele Salvatores (2005), "Il regista di matrimoni", regia di Marco Bellocchio (2006), "Manuale d'amore 2 – Capitoli successivi", regia di Giovanni Veronesi (2007). Il Gazzettino l'ha incontrata.
Claudia, raccontaci come nasce la tua passione per la recitazione…
"La passione per la recitazione nasce da bambina. Quando finivo i compiti per la scuola, mi chiudevo in camera e leggevo a voce alta i grandi classici del teatro. Recitavo e il mio cuore batteva forte. Ho capito subito che avrei studiato e lottato tanto affinchè quell'arte diventasse il mio lavoro".
Oggi vivi a Roma ma sei nata a Grassina: qual è il legame con il tuo paese d'origine? Hai dei ricordi particolari?
"Vivo a Roma da 12 anni, ma sono nata a Firenze. Torno spesso a Firenze, perchè è una città che mi regala pace e serenità. I miei genitori, parenti e i miei più cari amici vivono a Firenze. Per me Firenze è famiglia".
La tua ultima fatica, "Pazze di me" di Fausto Brizzi, è uscito in questi giorni: come è stato recitare accanto a Francesco Mandelli e come ci descriveresti questo film?
"Con Fausto Brizzi è stato bellissimo lavorare. Fausto oltre regia, ha studiato anche recitazione al Centro Sperimentale di Cinematografia, quindi si rivolge a noi attori con un linguaggio che capiamo. Parla la nostra stessa lingua. Abbiamo creato un film divertente, emozionante, pieno di brave attrici donne. Con Mandelli il lavoro diventa puro divertimento. E' un attore molto bravo e generoso (qualità rara)".
Sei stata diretta da registi come Sergio Rubini, Gabriele Salvatores, Marco Bellocchio, Giovanni Veronesi. Ce li descrivi?
"Ho avuto la fortuna di lavorare con i più grandi maestri del cinema italiano. Sono state esperienze indimenticabili, mi sono sentita sempre così onorata che avessero scelto me".
Hai recitato anche in numerose fiction e film per la tv: come spiegheresti la differenza fra questi lavori e quelli per il grande schermo?
"Tra la bella tv e il cinema non c'è differenza, la differenza è nei progetti che scegli. Io cerco sempre, al cinema o in tv, di scegliere progetti che possono emozionare con belle risate o nell'educare il pubblico (tipo film a sfondo sociale). La differenza dei progetti italiani o stranieri è quasi sempre questione di budget. In America hanno solitamente più soldi per girare un film, e quindi più possibilità di sperimentare. In Italia ci sono troppe limitazioni. Ci sono meno soldi, i registi sono alla ricerca continua di attori con nomi importanti per il loro film. Senza nomi importanti si trova difficilmente una distribuzione, quindi si sperimenta meno, si guarda poco ai giovani talenti. Gli attori in Italia infatti, se ancora non famosi, hanno, purtroppo, pochissime possibilità per esprimersi. Spesso giovani talenti fanno teatro, ma con il guadagno del teatro difficilmente riescono a pagarsi l'affitto. Spesso smettono di crederci e cambiano lavoro e questa è una perdita culturale per il nostro paese.
Progetti futuri?
"In futuro girerò la serie tv "Benvenuti a tavola" con Fabrizio Bentivoglio e Giorgio Tirabassi, regia di Lucio Pellegrini".
di Redazione
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