BAGNO A RIPOLI – “La bomba d’acqua di mercoledì 24 maggio nella zona di Osteria Nuova, solo nove mesi dopo i fenomeni verificatisi a Grassina e Antella e in concomitanza con le alluvioni in Romagna, conferma quanto già si sapeva ed è stato spiegato nel recente ciclo di incontri sui cambiamenti climatici organizzato da L’A.R.C.A.: fenomeni estremi come siccità, nubifragi ed alluvioni saranno sempre più frequenti ed intensi a seguito dei cambiamenti climatici indotti dal riscaldamento globale provocato dall’uomo”.
E’ la presa di posizione del coordinamento di associazioni e movimenti politici (Legambiente, Italia Nostra, L’A.R.C.A. – Ass. Ripolese per la Cultura dell’Ambiente, Fridays For Future Firenze, Rete dei Comitati per la Difesa del Territorio, Comitato Amici di Mondeggi Bene Comune, Il Pianeta, Per una Cittadinanza Attiva Bagno a Ripoli, Potere al Popolo, ASD Piano Terra, Firenze inTralice, Rifondazione Comunista, VAS onlus–Circolo Chianti Fiorentino, Comitato di Vicchio e dintorni, Movimento Cinque Stelle), che a Bagno a Ripoli critica da tempo la politica urbanistica dell’amministrazione comunale.
“I fattori che aggravano le conseguenze di nubifragi ed alluvioni – precisano – sono la mancata manutenzione del territorio e il consumo di suolo che impermeabilizza il terreno impedendogli di assorbire l’acqua”.
“Nel caso specifico delle scorse settimane – puntualizzano ci sono due fattori che evidenziano ulteriori rischi per il futuro: l’assetto idrogeologico dell’alta valle dell’Isone sarà stravolto dal rimodellamento morfologico per la realizzazione della Terza corsia autostradale con il torrente costretto a scorrere all’interno di un grande tubo, posto sotto un terrapieno artificiale”.
“L’onda di piena osservata ad Antella – prevedono – costituisce un segnale pericoloso. Tale opera ucciderà la preziosa biodiversità del luogo, disattendendo l’art. 9 della Costituzione che riconosce l’importanza della difesa del suolo e della biodiversità per scongiurare disastri e tragedie… annunciate”.
“Ad Osteria Nuova – elencano – sarà realizzato un complesso residenziale in una zona fragile dal punto di vista idrogeologico, con il rischio di aumentare il flusso di acqua piovana verso le abitazioni sottostanti e di saturare ulteriormente l’alveo naturale dell’Isone”.
“In generale – accusano – i nuovi strumenti urbanistici approvati dall’amministrazione comunale (Piano Strutturale e Piano Operativo) produrranno incremento del consumo di suolo ingiustificato e di conseguenza si alimenterà il riscaldamento globale, causa non secondaria del cambiamento climatico”.
“Disonesto – rilanciano criticando le scelte della giunta guidata dal sindaco Francesco Casini – oltre che insufficiente, annunciare ora una task force per monitorare la manutenzione dei terreni e segnalare l’eventuale stato di abbandono, dopo aver rifiutato un’analoga proposta fatta dalle opposizioni a seguito della disastrosa alluvione del 15 agosto 2022. È necessario fare prima un approfondimento delle aree a rischio idraulico e idrogeologico e individuare gli interventi necessari, affidando il lavoro a un ente indipendente e non, come è stato fatto per il rimodellamento morfologico, ad una società di consulenza legata a Autostrade per l’Italia e gravata dal conflitto d’interesse”.
“Ma soprattutto – concludono – è indispensabile che nessun centimetro di suolo venga più consumato, perché i vantaggi di pochi non possono tradursi in danni per tutta la collettività; crescita, progresso e sviluppo non vanno più d’accordo con cemento e asfalto”.
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