BAGNO A RIPOLI – “Con estrema inquietudine abbiamo letto i tanti commenti xenofobi ed omofobi sotto il post di un organo di informazione locale, che qualche giorno fa ha dato la notizia del matrimonio della consigliera comunale ed ex assessora Francesca Cellini“.
Inizia così la riflessione dell’assemblea territoriale di Potere al Popolo Bagno a Ripoli, “prima della quale – viene specificato – manifesta la propria più totale solidarietà a Cellini e a sua moglie”.
“Crediamo sia un dovere collettivo – spiegano da PaP – annotare questo episodio all’interno di un contesto più ampio di reciproca intolleranza, in cui le nostre comunità stanno scivolando in maniera preoccupante”.
“Chi frequenta i luoghi di vita collettiva virtuali e fisici del nostro territorio – proseguono – non avrà avuto difficoltà a constatare quanto siano frequenti aggressioni fisiche e verbali di stampo omofobo e razzista ed in generale quanto – specialmente e tristemente – trai giovani, la sopraffazione verbale e fisica, stia diventando una costante”.
“Quel che è più preoccupante – riaffermano – è constatare quanto sia percepito come indispensabile ed inevitabile, rispondere con soluzioni altrettanto violente a tali fenomeni sociali che ormai sarebbe davvero miope considerare banalmente come episodi in cui sono coinvolti solo aggressori ed aggrediti di una singola circostanza. È qualcosa di più ampio e complesso e credere di tamponare tutto con le proverbiali punizioni esemplari, vorrebbe dire semplicemente esacerbare ulteriormente il clima”.
“Abbiamo constatato – puntualizzano da PaP Bagno a Ripoli – come mai prima, durante le restrizioni dovute al Covid, quanto odio latente affligga le nostre comunità, altrimenti apparentemente aperte, tolleranti e dialoganti”.
“Proprio il dialogo manca molto spesso – riflettono – È mancato tra amministrazione e cittadini, è mancato e continua a mancare tra associazioni e popolo e tra politica e cittadini. Non lo dice Potere al Popolo, lo dicono questi fatti”.
“Non vogliamo limitarci a comunicare la nostra solidarietà ed accostarle un’accusa – rilanciano – ci sentiamo semmai in dovere, oggi più che mai, di essere fattivamente attivi affinché le nostre comunità diventino davvero capaci di non escludere nessuno ed anzi, nel dialogo e nella cooperazione, di essere profondamente mutualmente solidali e disintossicate da questo bisogno di odio che appare preoccupantemente e trasversalmente diffuso”.
“Aldilà dunque degli attestati di solidarietà agli aggrediti – precisano – crediamo sia un dovere delle forze politiche e sociali attive sul territorio, interrogarsi seriamente su cosa sia necessario e possibile fare per affrontare questa situazione in cui non basta e non serve, placare la sete di chi pretende punizioni, dar legittimità a chi risponde all’odio, l’intolleranza e la violenza; con altrettanto odio”.
“Noi ci siamo e ci saremo sempre per dar voce a chi non ha voce – promettono in conclusione – per portare avanti le istanze di chi patisce maggiormente la marginalizzazione, la ghettizzazione, la prevaricazione; elementi caratterizzanti una società segnata dal liberismo e dal cannibalismo sociale proposto come un valore. Ci siamo e ci saremo poi per elaborare idee e soluzioni. Nella speranza di non restare soli e soprattutto di non lasciar da sole le vittime di questo clima pesante e preoccupante”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA