GRASSINA (BAGNO A RIPOLI) – I due "pescatori" che attorno a mezzogiorno di ieri, giovedì 18 agosto, hanno letteralmente… gettato la loro rete nell'Ema, nel cuore di Grassina, scappando poi quando sono stati apostrofati da un cittadino, hanno fatto discutere.
Come spesso accade, sono stati soprattutto i social network il "canalizzatore" di commenti (più o meno urbani), prese di posizione, giudizi.
Il nostro giornale ha ovviamente dato la notizia per due motivi: primo, una "pescata" del genere, con la rete, lungo la via Chiantigiana, non può certo passare inosservata; secondo, è illegale e crea danni al fiume.
La segnalazione, come è giunta a noi, è arrivata anche al sindaco di Bagno a Ripoli Francesco Casini. Che ha fatto tutti i passi istituzionali del caso.
"Dopo la segnalazione di un cittadino che ha visto il fatto dalla propria abitazione – dice Casini interpellato dal Gazzettino del Chianti – ho subito attivato la polizia municipale, intervenuta con l'ausilio anche della polizia metropolitana competente per i corsi d'acqua".
"Pescare nel fiume con quelle modalità è illegale – evidenzia Casini – Tuttavia già quando sono stato contattato i due avevano già terminato la loro "illecita pescata". Dalla testimonianza del cittadino i due erano di origine orientale-indocinese e se ne sono andati in direzione Ponte a Niccheri-Firenze".
"La polizia provinciale – continua il sindaco – ha confermato che episodi analoghi sono stati riscontrati in vari altri fiumi e torrenti dell'area fiorentina, Chianti e Mugello in particolare. Un motivo in più per ulteriori controlli ed approfondimenti".
"Niente di grave certamente – conclude Casini – ed evidentemente i due sono stati spinti dalla necessità, ma si tratta comunque di illegalità da impedire che riaccada. Il territorio di Bagno a Ripoli è molto vasto, ma anche molto controllato e protetto. Chiunque riveda casi analoghi contatti subito vigili o carabinieri."
di Matteo Pucci
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