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giovedì 28 Marzo 2024
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    Primo reparto in Italia che sperimenta la pet therapy per dare sostegno ai pazienti

    PONTE A NICCHERI (BAGNO A RIPOLI) – È il primo reparto ospedaliero di psichiatria in Italia che tenta di dare sostegno a pazienti con problemi di salute mentale facendoli giocare ed entrare in relazione con i cani.

     

    L’iniziativa di pet therapy è partita la settimana scorsa all'ospedale Santa Maria Annunziata coinvolgendo cinque pazienti del reparto di psichiatria che hanno vinto la paura di allungare una mano verso Chanel (in foto sopra), una femmina di pastore tedesco a pelo lungo di 3 anni, mite come un agnellino ma pur sempre una lupa di 35/40 chili di stazza che a vederla qualche timore lo incute.

     

    Nonostante sia stata abbandonata a 9 mesi, Chanel ha un perfetto equilibrio fisico e mentale, ha avuto prima 8 otto cuccioli e poi altri 7, è andata spesso in scuole elementari e materne ad incontrare bambini e disabili.

     

    Assistiti dal personale del reparto, guidati da una psicoterapeuta, la dottoressa Sabrina Ulivelli, e dall’addestratore del cane che operano nell'associazione Pet sa.lu.te. Onlus In e accompagnati dal dottor Nuvola, il clown che due volte alla settimana porta un sorriso e la voglia di ridere anche in quell’ala di ospedale, e per l’occasione si è tolto i suoi eccentrici panni tornando ad essere Federico Magherini, i pazienti hanno lentamente scoperto che si può dar da mangiare a Chanel senza essere azzannati.

     

    E poi carezzarla o guidarla con un guinzaglio al collo in una passeggiata nel giardino di Ponte a Niccheri, lasciare che salti al collo senza che questo significhi sbranarti.

     

    L’esperimento si ripeterà per altre sette volte fino all’11 luglio, all’incirca un’ora e mezza ad ogni seduta, verificando se porta benefici ai pazienti come la letteratura scientifica sull’argomento sembra suggerire.

     

    Oltre a Chanel, verrà impiegata anche Bella, una border collie di un anno che, nonostante la giovane età, sta già dimostrando grande equilibrio.

     

    Ci sono infatti studi clinici e sperimentali secondo i quali il comportamento di un animale, nella fattispecie di un cane, per la sua immediatezza è molto comprensibile e, di conseguenza, riconosciuto come significativo e gratificante dalla persona che ci entra in contatto, potendo innescando il recupero di una fase emotiva spesso inceppata nelle psicopatologie, lasciando sopravanzare meccanismi di difesa che operano per evitare, minimizzare o trasformare, gli affetti troppo difficili da tollerare.

     

    Un possibile sostegno, dunque, che ha indotto il responsabile del Servizio psichiatrico di diagnosi e cura dell’ospedale dell’Annunziata, il dottor Stefano Castagnoli, ad avviare, dopo la clown therapy, la pet therapy.

     

    "Attraverso il rapporto di giocosità che si instaura – dice il dottor Castagnoli – migliora la possibilità degli utenti di entrare in contatto con una realtà vera che può essere amica e non minacciosa, aumenta la fiducia e produce un piccolo circuito virtuoso che favorisce il processo di cura".

     

    La pet therapy fu fondata nel 1961 dal neuropsichiatra infantile Boris Levinson. Nota anche come Terapia assistita dagli animali (AAT) spiega i benefici della compagnia degli animali nella cura dei disturbi della psiche.

     

    L’esperimento di pet therapy in psichiatria all’Annunziata va ad aggiungersi a un’ampia offerta di iniziative dell’Azienda sanitaria di Firenze nel campo del rapporto con gli animali da compagnia. Nei reparti di terapia intensiva di quattro ospedali della Asl 10 (Santa Maria Nuova, Torregalli, Ponte a Niccheri e Mugello), così come nei tre hospice dedicati ai pazienti terminali (San Felice a Ema, San Giovanni di Dio e Oblate), ci si è organizzati in modo da consentire a chi lo chiede di ricevere ed avere il conforto del proprio cane o del proprio gatto senza creare problemi igienici, fastidi agli altri ricoverati, difficoltà al personale.

     

    Dal 2012 l'Azienda sanitaria di Firenze, prima in Italia, ha attivato la possibilità di rivolgersi ad un’equipe di professionisti (veterinario esperto di etologia, fisiatra, fisioterapista, neuropsichiatra infantile, infermieri, educatori cinofili) per ottenere indicazioni pratiche in merito all’opportunità o meno di avvalersi dell’aiuto di un cane.

     

    L’equipe fa capo al dottor Carlo Ciceroni del Servizio di igiene urbana veterinaria e oltre ad aver avviato numerosi progetti innovativi collabora per la parte comportamentale alla Scuola nazionale cani guida di Scandicci.

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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