GRASSINA (BAGNO A RIPOLI) – Stefano Di Cioccio era un vero appassionato di tennis e di questa passione aveva fatto la sua ragione di vita.
Con rigore e serietà aveva insegnato per più di vent’anni in tanti circoli sportivi della provincia di Firenze, Racchetta 99, ASD Poggetto, Circolo Tennis Duemme, oltre che arbitrare in nazionale.
A Grassina era approdato al circolo di tennis Albor nel 2010, seguendo un caro amico conosciuto quando, giovani entrambi, condividevano la stessa passione: Miller Cioni, attuale stimato presidente del circolo.
Purtroppo dopo circa soli tre anni improvvisamente aveva lasciato tutti quelli che gli volevano bene: nell'estate del 2012, durante un’immersione subacquea, qualcosa era andato male.
In questo giorni, in occasione delle feste patronali di Grassina è stato giocato, come ormai da qualche anno, un torneo di tennis a lui intitolato.
Per ricordarlo su quel campo che per qualche tempo fu casa sua e proprio in quest’occasione abbiamo scambiato due chiacchiere con Miller
“Era un uomo che aveva un bell’entusiasmo – ci dice il presidente – portò un modo nuovo di gestire il tennis rispetto a come era stato fatto prima. Era riuscito a dare una svolta all’attività".
"Lo faceva – ricorda – con grande professionalità. La mattina alle nove era già qui e la sera alle dieci ancora non era andato via. Era sempre sul campo o seduto alla scrivania dentro la casetta in mezzo a un sacco di fogli”.
Chi condivide con Miller questi ricordi è Giulia Vagini, la giovane insegnante di tennis che lo affiancò e fu capace di tenere la situazione sotto controllo quando si apprese la notizia della disgrazia.
“Quando ero sua collaboratrice – rammenta – ebbi l’opportunità di imparare tantissimo, mi aveva preso sotto la sua ala protettrice”.
Fu un duro colpo per tutti a Grassina, ma soprattutto per i tanti bambini che in quegli anni si erano avvicinati a questo sport grazie a lui.
“L’anno in cui arrivò iniziò subito dai bambini – continua il presidente – Organizzò i primi centri estivi che ebbero un gran successo e a loro si dedicava. Faceva molto circolo, gruppo, guardando oltre l’aspetto tennistico. Si interessava alle situazioni dei ragazzi ed era sempre disponibile con i genitori".
"Non dimentichiamo naturalmente – tiene a dire – che con la racchetta era bravissimo e nell’insegnamento era severo ma sapeva appassionarli e farli divertire”.
Il circolo, che aveva passato anni sotto tono, con lui riprese quota. Ancora oggi il presidente ci dice che stanno continuando l’impostazione che lui avrebbe voluto dare, offrendo la possibilità di praticare uno sport educativo e formativo all’interno di un contesto sereno.
In molte occasioni Stefano viene allegramente ricordato anche per alcune sue insolite abitudini, oltre che per le sue lezioni; per il suo modo di porsi con gli altri o anche solo per quel suo vizio di fumare che proprio non andava d’accordo con il suo essere sportivo.
La partecipazione a questo torneo lo dimostra: per chi lo ha conosciuto è come se lui fosse ancora lì in mezzo al campo, sulla terra rossa. O dentro la "casetta", alla sua scrivania in mezzo ai fogli.
di Silvia Rabatti
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