BAGNO A RIPOLI – “Oltre 40 mm di pioggia affluiti in meno di un’ora con il picco tra le 15 e le 15.30 in una zona concentrata sulle colline di Bagno a Ripoli hanno messo in crisi il reticolo minore e determinato un repentino innalzamento dei livelli del torrente Ema. Si è trattato di un tipico evento temporalesco associato a intense precipitazioni che, per fortuna, hanno interessato un areale molto concentrato ma che tuttavia hanno messo in serie difficoltà la rete di drenaggio minore".
Il Consorzio di Bonifica della Toscana Centrale fa le sue valutazioni sul nubifragio che mercoledì 8 giugno ha colpito pesantemente Grassina (e Antella) creando danni e facendo paura ai cittadini.
"L’evento meteorico – proseguono – si è concentrato nel fondo valle del torrente Ema (Bagno a Ripoli) e non ha interessato i tratti di monte e dune le casse qui ubicate, realizzate o mantenute dal Consorzio”
È questa l’analisi dei tecnici all’indomani della cosiddetta “bomba d’acqua”, che non ha mancato di provocare allagamenti specie negli abitati di Grassina e Ponte a Ema.
Consorzio che definisce molte ricostruzioni "talvolta esagerate o ingrate rispetto alla nostra opera, che deve essere inquadrata e ricostruita con precisione".
“Il torrente Ema – iniziano – anche se il suo livello ha superato il secondo livello di guardia nel pomeriggio dell'8 giugno, non è esondato nell’abitato di Grassina, come invece riportato da più parti. Gli allagamenti sono essenzialmente stati causati da affluenti minori e da acque di versante riversatesi sulla viabilità. In particolare è esondato il borro delle Argille, affluente di destra che sfocia nel torrente Ema nell’abitato di Grassina, a monte del tratto tombinato a causa del forte afflusso e del livello alto del ricettore, che dunque ha tenuto chiusa la portella a clapet lì posizionata per evitare comunque il rigurgito delle acque dell’Ema verso l’abitato”.
“Il borro delle Argille – proseguono – come ricordato anche dalle parole del sindaco di Bagno a Ripoli con il quale ci siamo anche sentiti, era stato oggetto negli ultimi anni di lavori realizzati dal Consorzio in collaborazione con il Comune per arrivare ad una sistemazione più sicura e adesso dovremmo studiare insieme se possiamo fare di più".
"Voglio anche essere chiaro – spiega il presidente del Consorzio Marco Bottino – con chi ogni volta, andando immediatamente alla ricerca di un capro espiatorio, contesta l’esistenza e le funzioni del Consorzio: con il contributo di bonifica si garantiscono le manutenzioni ordinarie e straordinarie in cofinanziamento con la fiscalità generale che servono a ridurre il rischio e a diminuire i danni ma non si può certo credere che il tributo sia una sorta di assicurazione per il rischio zero, essendo il rischio causato spesso da molteplici fattori e scelte umane non sempre felici da ricercarsi indietro nel tempo, da molte altre parti, tutt’altro che riconducibili alle funzioni attribuite dalla legge al Consorzio”.
di Redazione
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