BAGNO A RIPOLI – La permeabilità della Rsa rispetto all’infezione da Covid-19, in un momento in cui fuori dalle mura delle residenze è così presente nella vita quotidiana di ciascuno di noi, è oggettiva.
A poco, o niente, valgono i rigorosi protocolli di sicurezza di cui queste strutture si sono dotate. La scorta di Dpi. La cura dei dettagli.
Alcune di esse anche dopo le drammatiche esperienze del mese di marzo.
La sospensione delle visite da parte dei parenti non riesce a evitare i contatti con l’esterno, poiché comunque ogni giorno ci sono gli operatori che entrano ed escono.
E pur con tutte le precauzioni del caso, prese sia fuori che dentro, possono portare inconsapevolmente il virus a contatto con persone con numerose fragilità. Pazienti multipatologici. Grandi anziani.
Sta accadendo un po’ ovunque, in ogni parte d’Italia, e purtroppo anche nei nostri territori.
Per quanto riguarda il comune di Bagno a Ripoli sono due le Rsa che al momento stanno vivendo momenti complicati.
Da un lato Villa Santa Teresa, dove i contagi non sono ancora quantificati (sono in corso gli accertamenti) ma ormai si danno per certi visto che alcuni ospiti presentano una tipica sintomatologia-Covid.
E Villa Santa Monica, dove al momento si registrano 41 casi. E anche in questo caso però è molto probabile che i numeri salgano, via via che i tamponi vengono analizzati e refertati.
L’amministrazione comunale ripolese sta seguendo queste situazioni, che ovviamente non possono non destare preoccupazione.
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