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mercoledì 9 Luglio 2025
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    Margherita e una vacanza a Londra. Dove ha vissuto la semplice… normalità

    Mamma Cinzia ci racconta, con semplicità, che un mondo normale per persone con disabilità è possibile

    BAGNO A RIPOLI – La vita rappresenta un percorso ad ostacoli, dove ogni giorno è necessario superare grandi o piccole difficoltà dimostrando a se stessi di essere capaci di stare al mondo.

     

    Le difficoltà  contribuiscono a formare il carattere, e un traguardo raggiunto nutre ed accresce l’autostima, elemento fondamentale soprattutto nella crescita dei bambini e degli adolescenti.

     

    Ma ci sono traguardi che, seppur minimi, per qualcuno sono montagne insormontabili da scalare. Che si stagliano ogni giorno sulla strada della vita.

     

    A cominciare dalle cose più semplici, o che sembrano tali per la maggior parte delle persone: uscire di casa e prendere un mezzo pubblico, entrare in un negozio, andare a un cinema piuttosto che a un museo, camminare su un marciapiede.

     

    Di queste difficoltà purtroppo sono piene le giornate di Margherita e della sua famiglia. La ragazza, a cui tutta la comunità di Bagno a Ripoli è particolarmente legata, è affetta da una rara malattia degenerativa chiamata Atassia di Friedreich. E necessita, sempre più spesso ormai, dell’uso della carrozzina limitandone l’autonomia.

     

    “Difficoltà a cui non ci abituiamo mai – dice Cinzia, la mamma, quando la incontriamo – Da cui però vorremmo prendere spunto per raccontare che è anche possibile superarle, rendendo migliore la vita di una persona colpita da disabilità”.

     

    Nel racconto, che hanno voluto affidare al Gazzettino del Chianti, di quella che è stata una loro recente vacanza trascorsa in una delle metropoli più grandi e importanti d’Europa, Londra, è contenuto un chiaro messaggio per le istituzioni relativo alla  possibilità di adeguare alle necessità dei più deboli le nostre città.

     

    Affinché possano essere da loro fruibili. Ma la loro testimonianza può essere anche d’esempio per altre famiglie che si trovano ad affrontare difficoltà simili, spronandole ad uscire fuori, contrastando così la solitudine.

     

    “Questa è la città dove potrei vivere da sola" ha confessato Margherita che, grazie ad un generoso regalo ricevuto da un amico di famiglia, ha potuto soddisfare il suo desiderio di vivere per alcuni giorni la sensazione di essere una turista uguale a tutte le altre ragazze.

     

    “Prima di partire non me la sarei sentita di andarci da sola con mia figlia, senza mio marito. Mi pareva impossibile d infatti siamo andati insieme. Adesso potremmo tornarci anche io e lei da sole” racconta la mamma Cinzia, che tiene a sottolineare la sensazione di libertà che hanno provato.

     

    “Siamo riusciti a visitare tanti musei – racconta – tutti dotati di entrate facilitate per disabili, oltre che di ingressi prioritari e personale di servizio addetto ad aiutarci nella visita attraverso percorsi riservati. Ci siamo spostati in treno, dove il personale ha bloccato la carrozzina in uno spazio apposito del vagone, e abbiamo potuto viaggiare tutti insieme seduti normalmente ai nostri posti".

     

    "Anche accedere alla metro non è stato difficile – prosegue – e all’interno dei taxi  la carrozzina poteva entrare direttamente, senza bisogno di chiuderla. Alcuni di questi, facilmente identificabili perché sono di colore nero,  hanno infatti uno spazio adeguato per accoglierle. Ma che può essere usato anche per mettere  biciclette o passeggini”.

     

    Sembrano cose del… futuro, ma è la semplice normalità: “Addirittura all’interno della London Eye nostra figlia è potuta entrare da sola con l’amica e guardare la città dall’alto”.

     

    Una realtà, arricchita da un evidente profondo senso civico degli abitanti, a portata delle quattro ruote di carrozzina, che non ha fatto percepire alla famiglia il senso di abbandono che spesso li circonda.

     

    “Non solo – dice ancora Cinzia – anche lungo le strade abbiamo incontrato alcuni cantieri di lavori pubblici che adottano misure speciali per facilitare il passaggio delle carrozzine, senza dover scendere dal marciapiede quando ci sono delle interruzioni. Addirittura i negozi  hanno all’interno degli ampi  passaggi che consentono lo spostamento autonomo,  senza recare danno a cose o persone”.

     

    Cinzia si sofferma sull’assistenza concreta che hanno potuto sperimentare, sull’attenzione verso esigenze diverse che hanno qui sviluppato. In netto contrasto con quelle della nostra società dove invece è costante l’indifferenza, che rende difficilissima  l’apertura verso il mondo alle persone disabili, amplificandone l’isolamento e la solitudine.

     

    I genitori sono ben consapevoli delle differenze urbanistiche e storiche che ci sono tra le nostre città e quelle europee, ma credono anche che si possa fare tanto per l’inserimento di questi ragazzi speciali.

     

    Ponendo maggiore attenzione a quelle che sono le loro necessità, verranno elevati anche  gli standard di vita qualitativi di tutta la società. Consegnando un Paese migliore alle generazioni che verranno.

    di Silvia Rabatti

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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