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venerdì 24 Gennaio 2025
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    Un esposto in Procura contro la variante di San Donato: “Danni gravi all’ambiente”

    Dopo la petizione al Parlamento Europeo, un nuovo appello per salvare le specie animali e vegetali

    BAGNO A RIPOLI  – "Il progetto della variante San Donato crea un grave danno all'ambiente e alle spiecie che abitano la zona", dopo la petizione al Parlamento Europeo presentata da un gruppo di cittadini di Bagno a Ripoli arriva ora un esposto alla Procura della Repubblica.

     

    "Il progetto, nell'ambito dell'ampliamento della terza corsia dell'A1, prevede la modifica di una curva nella zona di San Donato in Collina – spiega l'avvocato Valerio Pellegrini – che verrebbe spostata all’interno della valle del torrente Isone, mediante la realizzazione di un enorme terrapieno alto circa 20 metri, nel quale dovrebbero essere collocati circa un milione di metri cubi di terre e rocce risultanti dagli sbancamenti effettuati per ampliare l’autostrada e dallo scavo della nuova galleria San Donato".

     

    Continua l'avvocato: "Le terre verranno trattate a calce, presenteranno in parte sostanze inquinanti e saranno riportate direttamente nella valle in un’area di circa venti ettari, sopra il terreno ed i torrenti esistenti, provocando la definitiva ed irreversibile distruzione degli habitat naturali e delle specie animali e vegetali presenti, alcune delle quali sono protette dalla direttiva europea sugli habitat, dalla Convenzione di Berna, da leggi regionali toscane".

     

    Spiega quindi Pellegrini: "La presenza di queste specie proprio nel sito dove verranno collocate queste terre è stata rilevata da esperti in biodiversità in sopralluoghi eseguiti nello scorso mese di aprile; in particolare, è stata rilevata la presenza della rana verde, della rana appenninica e soprattutto del granchio di fiume, ormai scomparso nella gran parte degli ambienti, ma presente con un numero rilevante di esemplari nell’area in oggetto proprio grazie alla sua particolare integrità, tanto da essere stato oggetto in passato di importanti ricerche dell’Università di Firenze, che hanno consentito di acquisire molte conoscenze su questa specie".

     
    Da qui quindi la considerazione finale: "Lo studio di impatto ambientale a corredo del progetto non ha considerato le gravi ripercussioni su questo delicato ecosistema, le amministrazioni locali e regionali nulla hanno fatto per difenderlo, essendosi limitate a blande prescrizioni che non intaccano la sostanza del progetto e a chiedere ben altre compensazioni che non compenseranno mai il grave danno ambientale che verrà provocato. I cittadini non sono stati informati tempestivamente e non hanno potuto esercitare i loro diritti".

     

    Ma la conservazione degli habitat e delle specie selvatiche è un obiettivo generale perseguito dalle istituzioni europee e una petizione al Parlamento europeo era già stata presentata da alcuni cittadini di Bagno a Ripoli. I tempi delle Istituzioni Europee però sono lunghi e Società Autostrade  ha dato il via alle opere preliminari ecco il perché dell'esposto alla Procura: "affinché accerti la commissione di eventuali reati e affinché intervenga per impedire l’illegittima ed irreparabile distruzione del sito interessato".
     
     

     

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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