ANTELLA (BAGNO A RIPOLI) – Un’intera comunità si è ritrovata nel pomeriggio di oggi, giovedì 19 gennaio, nella Pieve di Santa Maria all’Antella, per dare l’ultimo saluto a Eloy Baca Eslava.
Sessant’anni, originario del Perù, cittadino ripolese, è morto all’alba del 10 gennaio in via Brigate Partigiane, all’incrocio con via Carnia, investito dall’auto guidata da un 27enne di origine marocchina, residente a San Polo in Chianti, che non si è fermato a prestargli soccorso.
Investitore che è stato successivamente individuato grazie alle indagini, accurate e immediate, da parte dell’Arma dei carabinieri e della polizia municipale di Bagno a Ripoli.
Yolanda, la moglie. E un bambino, Alessandro, di otto anni. Questa la famiglia di Eloy.
Quella mattina, come tante altre, si stava recando molto presto a prendere l’autobus per andare a lavoro. Ma la sua vita si è interrotta drammaticamente su quell’incrocio, vicino al parco giochi, dove il limite di velocità è di 30 km orari.
Tra le tante persone presenti una folta rappresentanza della comunità peruviana. Tra le panche, in prima fila, Yolanda. Accanto a lei il figlio e tutti i bambini della sua classe, la terza elementare, accompagnati dalle maestre. La funzione è stata celebrata da don Moreno Bucalossi.
“Quando una persona muore incombe la tristezza – ha detto don Moreno – ma il Signore si manifesta accanto a noi in questo momento così particolare. Oggi ci stringiamo intorno ai familiari del nostro fratello Eloy, al suo popolo peruviano che è qui con noi, un grande popolo”.
“Voi bambini – ha detto rivolgendosi ai bimbi presenti – vogliatevi sempre bene, siate sempre amici, non solo in circostanze così tristi. Siate vicini ad Alessandro, come fratelli e amici. Il Signore non abbandona mai nessuno”.
Alla fine della funzione i compagni di scuola hanno deposto, in un vaso ai piedi della bara, dei tulipani bianchi, ognuno con il proprio nome. Anche Alessandro.
Il sindaco Francesco Casini, insieme ad altri amministratori del Comune di Bagno a Ripoli, ha assistito alla funzione. Per poi prendere la parola.
“Dopo questo straordinario gesto dei bambini delle nostre scuole e delle nostre insegnanti – ha detto – prendo la parola da sindaco, per tutta la comunità di Bagno a Ripoli, per esprimere la nostra vicinanza e la nostra amicizia. Il nostro senso di comunità verso la famiglia di Eloy: a Yolanda, al figlio Alessandro, a tutti i parenti e gli amici, ai colleghi di lavoro qui presenti”.
“Ciò che è accaduto la scorsa settimana – ha aggiunto – ha creato molto dolore in tutti noi, ha fatto male per il tipo di episodio, per la sua crudeltà. Non conoscevo personalmente Eloy, ci eravamo incontrati solo per la strada, ma in questa settimana ho avuto l’occasione di conoscere questa bella famiglia”.
“Sappiamo tutti – ha tenuto a dire – che era un grande lavoratore, legato al suo Paese di origine. Ma amava altrettanto l’Italia e, non troppo tempo fa, era diventato cittadino italiano, ripolese, e voleva vivere qui”.
“La nostra è una piccola comunità – sono state ancora le parole del sindaco – siamo solo ventiseimila cittadini. Però è una comunità che sa stringersi nei momenti di difficoltà, nei momenti di dolore, e che sa mettere il proprio cuore a disposizione di chi ne ha bisogno. Ed è proprio sull’onda di questo cuore che è emersa, da tanti cittadini e come amministrazione comunale, la volontà di organizzare iniziative e sostegno: con l’aiuto di tutte le realtà locali, associative, commerciali, scolastiche”.
“Con l’obiettivo – ha ricordato – di supportare la famiglia in questo momento di difficoltà. Credo che sia doveroso anche ringraziare di cuore le forze dell’ordine: i carabinieri, la polizia municipale, che hanno condotto le indagini con risultati rapidi e importanti”.
“Adesso – ha ripreso Casini – dobbiamo aspettarci che la giustizia faccia il suo corso, credo sia doveroso per tutta la famiglia e la comunità”.
“Da sindaco – ha concluso – oggi sono qui a dire a Yolanda e Alessandro che avranno il nostro supporto, adesso e nel futuro. Da tutta la comunità: perché questa non è soltanto una comunità che accoglie, ma è soprattutto casa vostra. Grazie a tutti i presenti e a tutta la famiglia”.
Se all’inizio della cerimonia il vento freddo e l’acqua si erano abbattuti su piazza Ubaldino Peruzzi, all’uscira il sole si è fatto spazio tra le nuvole.
Avvolgendo il cuore dell’Antella per l’ultimo saluto a Eloy.
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