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venerdì 20 Giugno 2025
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    Nella piccola parrocchia barberinese si sono celebrati i suoi 25 anni di sacerdozio

    Grande festa domenica 7 Aprile a Monsanto per i festeggiamenti del 25esimo anniversario di sacerdozio di don Alfredo Jacopozzi.

     

    Parroco e docente presso la facoltà Teologica dell'Italia centrale, fu ordinato sacerdote nel 1988 a Firenze e da quel momento iniziò per lui un percorso di studio e di ricerca volto alla creazione di un dialogo inter-religioso.

     

    La parrocchia di San Ruffignano, chiesa della piccola frazione di Barberino Val d'Elsa, ha organizzato una giornata in suo onore; i festeggiamenti iniziati con l'usuale messa domenicale presieduta dallo stesso don Alfredo e dal parroco storico di San Casciano, il proposto emerito don Renzo Pulidori, hanno visto la partecipazione di oltre 250 persone.

     

    Numeri mai visti nel piccolo paesino del Chianti; molti i partecipanti giunti da Firenze, Barberino Val d'Elsa e in particolare da Tavarnelle, comunità con cui don Alfredo ha avuto rapporti per oltre 16 anni.

     

    A seguito della celebrazione eucaristica e del pranzo organizzato dagli stessi monsantini, un nuovo evento ha catalizzato l'attenzione dei partecipanti; la proiezione di un cortometraggio realizzato dalla Compagnia di Monsanto in onore a don Alfredo Jacopozzi: un'ironica parodia sulla sua vita e le sue passioni che ha riscontrato molto successo sul pubblico e sullo stesso don Alfredo, un viaggio nel mondo affascinante e misterioso di quel parroco tanto amato visto però attraverso gli occhi dei giovani di Monsanto. Una bella domenica di primavera quindi, quella trascorsa nel paesino da molti noto come “Paneretta”.

     

    “Sono contento di fare il mio 25° di sacerdozio in concomitanza con l'elezione di Papa Francesco – afferma don Alfredo Jacopozzi in un'intervista rilasciata al giornale parrocchiale locale – L'avvento di un papa che parla di tenerezza, di misericordia mi fa sentire meno solo nel professare ciò in cui credo: la capacità di riconoscere nella propria vita un Dio che ci ama, che non sta dietro alle nostre prestazioni religiose ma ci ama per quello che siamo! Penso che la Chiesa abbia bisogno di questo: di persone che abbiano un rapporto umano con gli altri, un umanità da scambiarsi, da condividere.”

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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