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giovedì 28 Marzo 2024
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    Antiche tradizioni: nella chiesa di Tavarnelle la Benedizione dello Spadino per Sofia Costanzo

    Tavarnellina, classe 2005, è diventata da poco militare: il suo sogno? Quello di diventare un ingegnere aerospaziale

    BARBERINO TAVARNELLE – La Santa Messa della vigilia di Natale alla chiesa di Santa Lucia al Borghetto, lo scorso 24 dicembre, si è conclusa con una cerimonia particolare, tipica dell’affiliazione accademica: la benedizione dello spadino.

    Così Sofia Costanzo – tavarnellina, classe 2005, diventata da poco militare – ha simbolicamente posto nelle mani di Dio la sua vita.

    Questo il significato originario del rito, che affonda le sue origini in una tradizione antichissima: l’investitura del cadetto.

    I tempi sono cambiati e inevitabilmente diverso è, oggi, il valore che si attribuisce allo spadino: “Per me – spiega Sofia – rappresenta non solo gli sforzi e i sacrifici, ma anche la crescita che c’è stata dal 6 settembre, quando sono entrata nella Scuola Militare Aeronautica Giulio Douhet (a Firenze), ad ora”.

    “All’inizio non è stato semplice abituarsi al distacco dalla mia famiglia ed al nuovo stile di vita – ci racconta – Ma, se tornassi indietro, rifarei questa scelta altre mille volte: mi piace tantissimo la scuola e ho già stretto belle amicizie”.

    Da cosa nasce la decisione di entrare in una scuola militare? “Sogno di diventare un ingegnere aerospaziale – ci risponde, determinata – Durante le medie una volta andai ad una mostra sulla spazio e capii che quella sarebbe stata la mia strada: mi piace esplorare, scoprire cose nuove”.

    Concluso il biennio al Liceo Classico Niccolò Machiavelli (a Firenze), Sofia – venuta a conoscenza della Scuola Militare Aeronautica – in un mese si è preparata per le prove. E le ha brillantemente superate, non solo riuscendo ad entrare, ma addirittura piazzandosi terza in graduatoria.

    “I miei genitori e mia sorella Silvia hanno appoggiato la mia decisione – ci confida – E questo per me è stato molto importante”.

    Alla Giulio Douhet nei prossimi tre anni Sofia porterà avanti gli studi classici, affiancati da tutta una serie di altre attività: “La giornata, che inizia con la sveglia alle 6.30, è scandita in tanti momenti: lezioni, marcia, Messa, corso di fotografia, passatempi come il bingo…”.

    “Spero di poter riprendere presto gli allenamenti di pallavolo – un’altra sua passione, insieme alla lettura e al disegno – sospesi per via dell’incremento dei contagi”.

    Nel frattempo Sofia si gode questi giorni di festa, in cui è in licenza. A casa, dalla famiglia. E con l’entusiasmo e l’educazione che la caratterizzano ci racconta al telefono di quando, una settimana fa, ha compiuto un passo importante (uno dei tanti che siamo certi farà).

    Davanti alla chiesa piena di persone, suo papà (originariamente era la mamma del cadetto, la persona che non avrebbe mai tradito l’allievo, a compiere questo gesto) ha sfoderato lo spadino. Don Franco Del Grosso lo ha benedetto.

    E Sofia ha letto la preghiera del cadetto, chiedendo a Dio che lo spadino possa insegnarle “ad operare nell’ordine e nella legalità per il bene di tutti”.

    “La cerimonia è stata emozionante – la voce si emoziona nel rivivere quegli attimi – E’ bello sapere che mio babbo ha sfoderato lo spadino”.

    “Ci tengo – conclude Sofia, così piccola e al contempo grande – a ringraziare don Franco, che sin da subito si è reso disponibile, e il comandante della Stazione dei carabinieri di Barberino Tavarnelle Giuseppe Cantarero per la partecipazione e la gentilezza”.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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