spot_img
spot_img
spot_img
spot_img
giovedì 10 Ottobre 2024
spot_img
spot_img
Altre aree
    spot_img

    Barberino Tavarnelle e Longarone uniti per sempre: mostra fotografica e diario collettivo

    I Comuni di Barberino Tavarnelle e Longarone rafforzano e ricordano la lunga storia di amicizia in occasione del sessantesimo anniversario della tragedia del Vajont

    BARBERINO TAVARNELLE – “Quando arrivammo a Longarone andammo a visitare il cimitero dove erano state sepolte tutte le persone che morirono durante il disastro della diga del Vajont, c’era un lungo viale di sassolini, con lapidi, dove c’erano i ritratti, e sotto scritti i nomi delle persone morte. Dalle due parti del viale c’erano croci e fiori finti e freschi. Le croci erano tutte bianche e i fiori tutti colorati”. 

    Sono le parole di Giuliana Barbetti, allora una bambina di 8 anni, oggi adulta residente a Barberino Tavarnelle, che al ritorno dal viaggio che l’avrebbe segnata per tutta la vita nella primavera del 1964 scrisse e riportò nel suo compito in classe.

    Il racconto di Giuliana è parte di un “diario del cuore”, costituito dalle emozioni e dalle esperienze descritte da tutti i compagni della scuola del Morrocco, che continua a battere per rappresentare oltre ogni confine di tempo e di spazio la forza solidale di un’intera comunità.

    Il Comune di Barberino Tavarnelle riparte dalle pagine piene di sentimento di una classe di oltre mezzo secolo fa per commemorare il sessantesimo anniversario del disastro del Vajont 9 ottobre 1963) che ricorre tra qualche settimana e rendere omaggio all’amicizia sorta tra Longarone e Tavarnelle, una lunga relazione fatta di rispetto e generosità che quasi miracolosamente trasformò un’esperienza di dolore in una forma di rinascita collettiva.

    Era il 1964 quando un gruppo di studenti di terza e quarta classe della scuola elementare del Morrocco, frazione dell’allora Comune di Tavarnelle, si recò in visita a Longarone per esprimere vicinanza e affetto ai coetanei sopravvissuti alla tragedia della diga del Vajont. 

    Protagonisti furono le bambine e i bambini di una scuola di campagna, che non avevano mai messo piedi oltre il proprio territorio né avevano idea di cosa volesse dire spostarsi in treno.

    Gli studenti furono accompagnati da una maestra appassionata e sensibile Anna Cetica e una direttrice altrettanto rivoluzionaria, Lea Verdi, purtroppo venute a mancare entrambe da qualche anno.

    Che si opposero alle regole del tempo e organizzarono la visita scolastica che sarebbe diventata poi esemplare, passata alla storia come la prima gita italiana educativa di supporto solidale ai più deboli.

    Da allora i bambini di Tavarnelle e Longarone non si sono mai lasciati, sono cresciuti anno dopo anno, divenendo adulti insieme nel ricordo di quanto condiviso, organizzando visite e occasioni culturali, sportive e momenti di aggregazione reciproca.

    Un’amicizia che, soprattutto dal 2005, non si è mai interrotta e che adesso, a distanza di tanto tempo dalla tragedia, i Comuni di Barberino Tavarnelle e Longarone, in stretta collaborazione con l’Istituto comprensivo “Don Lorenzo Milani” di Barberino Tavarnelle, tengono a consolidare e rimarcare con la pubblicazione di un diario corale, contenente i temi e i racconti delle esperienze vissute dei bambini della classe del Morrocco che ripercorre quelle drammatiche pagine di storia italiana viste con gli occhi dei più piccoli.

    “Siamo arrivati al sessantesimo anniversario con una grande gioia – sono le parole commosse di Giuliana Barbetti – la nostra amicizia, nata quasi per gioco, è cresciuta incredibilmente negli anni e si è estesa fino alle future generazioni. Quest’anno infatti, quando a fine settembre andremo a Longarone per celebrare la ricorrenza, sarà presente (come negli anni passati) anche una classe della scuola media del Comprensivo “Don Lorenzo Milani” di Barberino Tavarnelle e tante cittadine e cittadini della nostra comunità”.

    Per l’occasione in un palazzo storico del Castello medievale di Barberino Val d’Elsa, il Comune di Barberino Tavarnelle ha aperto una mostra fotografica con le immagini originali in bianco e nero messe a disposizione dai cittadini di Longarone, uno dei paesi più colpiti dalla frana dal monte Toc che causò l’onda killer il 9 ottobre del 1963.

    “C’è un sentimento, un’espressione dell’essere vivi, presenti, vicini gli uni agli altri, che il tempo non può scalfire – dichiara il sindaco David Baroncelli – si chiama umanità, noi la coltiviamo almeno da 60 anni per dire agli amici di Longarone che non sono stati soli e non lo saranno mai”.

    La mostra “Legàmi – Vajont, per non dimenticare”, aperta fino al 3 settembre negli spazi di Palazzo Pellegrini a Barberino Val d’Elsa, organizzata dalla Pro Loco di Longarone, lo attesta ancora una volta con gli scatti che ripercorrono la nostra storia, la storia di un’Italia che ritrova la forza e si rialza dalla sofferenza con il sostegno collettivo e l’abbraccio della condivisione.

    “Un legame indissolubile – conclude il primo cittadino – fatto di amicizia, rispetto, vicinanza che avrà lunga vita…cari amici di Longarone, ci vediamo a ‘casa vostra’ per ricordare insieme il sessantesimo anniversario del Vajont”.

    “Quando entrammo il cimitero pareva un bel giardino, ma triste. Noi pensavamo a quelle povere famiglie. Dicemmo le preghiere per le anime dei morti e andammo via molto commossi.  Ora in classe tutte le mattine diciamo l’eterno riposo per i morti di Longarone”.

    Giuliana Barbetti, classe III, Morrocco, 1964.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

    Sostieni il Gazzettino del Chianti

    Il Gazzettino del Chianti e delle Colline Fiorentine è un giornale libero, indipendente, che da sempre ha puntato sul forte legame con i lettori e il territorio. Un giornale fruibile gratuitamente, ogni giorno. Ma fare libera informazione ha un costo, difficilmente sostenibile esclusivamente grazie alla pubblicità, che in questi anni ha comunque garantito (grazie a un incessante lavoro quotidiano) la gratuità del giornale.

    Adesso pensiamo che possiamo fare un altro passo, assieme: se apprezzate Il Gazzettino del Chianti, se volete dare un contributo a mantenerne e accentuarne l’indipendenza, potete farlo qui. Ognuno di noi, e di voi, può fare la differenza. Perché pensiamo che Il Gazzettino del Chianti sia un piccolo-grande patrimonio di tutti.

    Leggi anche...