TAVARNELLE – Una notizia di quelle che lasciano in bocca quel sapore di delusione e di nostaglia: per i tavarnellini e non solo.
Ha chiuso, tra gli altri (questo sembra un periodo un po’ sfortunato per i commercianti del paese), un negozio molto antico e speciale. L’alimentari ed enoteca in via Roma.
Il proprietario, Paolo Checcucci, ha lasciato, il 31 dicembre scorso, quell’attività nella quale è cresciuto e poi ha lavorato, trascorrendovi una vita intera.
E certo non mancano la malinconia né il dispiacere. Resi evidenti dal messaggio lasciato sulla serranda, ormai abbassata, della bottega.
“Non vi nascondiamo che – si legge nel foglio indirizzato ai clienti – nel momento di lasciare, il nostro animo sia sinceramente commosso e certamente un po’ di nostalgia rimarrà nel nostro cuore”.
Ed è proprio con un po’ di nostalgia che Paolo Checcucci, conosciuto da tutti come Paolo di’ Ciappi, ricorda quello che è stato il mestiere della sua famiglia per ben tre generazioni. E che gli ha permesso di instaurare, in un modo o nell’altro, un legame con tutti coloro che hanno varcato la soglia del negozio.
“Questa attività – inizia il suo racconto – è la più vecchia di tutta Tavarnelle: è in piedi da almeno trecento anni. E lo dimostra una targa che, posta sopra la porta, fa riferimento ad un’osteria presente già nel 1720. Sicuramente, lasciando le carrozze nell’Ortone, qui si fermavano a riposare i viandanti che passavano dalla strada che collegava Roma a Firenze”.
“I Checcucci – spiega Paolo – possiedono il negozio dagli anni Venti, quando i miei nonni, terminata la prima guerra mondiale, l’hanno acquistato. Poi è passato nelle mani di mia madre che, anche lei dietro al bancone sin da bambina, ha avviato un’attività diversificata in quattro rami: alimentari, panificio, ristorante e albergo”.
“E infine ci sono io – prosegue – che sono nato e ho sempre vissuto qui. Già da piccolo stavo in negozio, dietro il bancone (lo si vede in una delle immagini che trovate nella fotogallery qui sopra, n.d.r.). Insomma l’alimentari per me è stato il lavoro di una vita. E all’alimentari sono legati tanti ricordi che ho dei miei genitori”.
“Anche se ovviamente mi dispiace – sottolinea – mi sono visto costretto a cessare l’attività, sia per motivi d’età (ho 70 anni), sia per ragioni di salute. Dopo tantissimi anni di lavoro, adesso mi sembra giusto tirare i remi in barca e pensare un po’ a riposarmi”.
“In particolar modo – conclude – ci tengo a ringraziare tutti i miei clienti di questi anni, quelli affezionati di Tavarnelle ma anche quelli di passaggio, i turisti. È stato molto bello per noi, negli ultimi cento anni, rimanere al servizio di questo paese e porterò ciascuno nel mio cuore”.
Ecco che così termina l’esperienza di uno dei luoghi storici e dei personaggi simbolo di Tavarnelle, a cui tutti sono affezionati. Perché in paese si va in bottega per comprare il latte, il pane o quello che manca in casa.
Ma tante volte ci si va anche per fare due chiacchiere con il commerciante e gli altri clienti e per scambiarsi qualche sorriso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA