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venerdì 11 Luglio 2025
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    Come un guardiano del faro: Ruggero Stanga all’Osservatorio Polifunzionale del Chianti

    Si amplifica l'attività di ricerca notturna. L'astrofisico coordina il team di giovani studiosi e ricercatori composto da Lorenzo Betti, Luca Naponiello, Alfredo Biagini, Silvia Giomi, Maila Agostini

    MONTECORBOLI (BARBERINO TAVARNELLE) – “Vuoto, interminabile: due termini che colpiscono la mia mente e il mio cuore”.

    Con le parole e lo sguardo di Ruggero Stanga, astrofisico innamorato della vita delle stelle, instancabile esploratore del sistema solare, l’attività scientifica dell’Osservatorio Polifunzionale del Chianti scorre intensa, nel buio della notte, alla ricerca della luce.

    Sono notti “illuminate”, fitte di studio e osservazione, quelle coordinate da Ruggero Stanga, il tecnico dell’area Astronomia dell’Osservatorio che guida il percorso di studio e ricerca di cui responsabile scientifico è Emanuele Pace dell’Università degli Studi di Firenze.

    Con la passione e le emozioni che restituisce il cielo di Barberino Tavarnelle, uno dei più puliti d’Italia, Ruggero Stanga, forte di un’esperienza che negli anni ha arricchito e qualificato il suo profilo professionale e il bagaglio scientifico, affida il suo pensiero ad una rivelazione profonda.

    “Fra le infinite immagini di stelle e galassie, fantastiche – confessa – non riesco a dimenticare quelle della Terra che sorge dall’orizzonte lunare, o fotografata attraverso gli anelli di Saturno, non da un astronomo, ma da una sonda. Per cui mi viene da pensare che non c’è da andare lontano per cercare gli alieni, gli alieni siamo noi, che andiamo a spasso per il Sistema Solare, e per lo spazio interstellare, dove sono ormai arrivate le sonde Voyager 1 e 2”.

    Ma cosa fa esattamente l’astrofisico all’Osservatorio e come si lascia supportare dalle diverse potenzialità della tecnologia?

    Ripercorriamo con Ruggero Stanga le fasi centrali dell’attività che accomuna il team di giovani studiosi e ricercatori attivi nella struttura del Comune di Barberino Tavarnelle, composto da Lorenzo Betti, Luca Naponiello, Alfredo Biagini, Silvia Giomi, Maila Agostini.

    Innanzitutto sono anni luce, per usare una metafora spaziale, a separare l’attuale figura dello scienziato dal suo illustre progenitore, Galileo Galilei.

    “Non osserviamo più con i nostri occhi, come faceva Galileo – puntualizza – con le lastre fotografiche, poi sostituite dagli attuali sensori allo stato solido, parenti stretti di quelli che si usano negli smartphone, abbiamo una serie di vantaggi in più tra cui, per fare qualche esempio, i tempi di esposizione più lunghi, una maggiore raccolta della luce, l’osservazione di corpi celesti più deboli, adesso tutto il processo di acquisizione dell’immagine è controllato da computer”.

    “Ciò che interessa all’astrofisico è misurare quanta luce arriva da un oggetto celeste – continua – l’osservazione arriva alla fine di una complessa catena che richiede persone e competenze diverse, dal telescopio al sensore, al software, un processo lungo e delicato che parte dalla luce della stella, raccolta dallo specchio del telescopio, dopo un viaggio interminabile nello spazio vuoto”.

    L’Osservatorio Polifunzionale del Chianti è dotato di uno dei più potenti telescopi d’Italia, caratterizzato da un diametro di 80 centimetri e un campo di applicazione di avanguardia.

    Ruggero Stanga all’interno dell’OPC

    “Con il nostro telescopio possiamo osservare – spiega l’astrofisico – il passaggio di pianeti fuori dal Sistema Solare, che ruotano intorno alle rispettive stelle, possiamo misurare, per esempio, il loro diametro e la distanza dalla stella e, unendo le nostre osservazioni a quelle fatte con altri telescopi e altre tecniche, determinarne la massa”.

    Sono queste le tessere di un grande mosaico che è la comprensione di come si formano i sistemi planetari, di come evolvono, di quanti hanno le caratteristiche minime per ospitare forme di vita.

    “Possiamo osservare i bagliori che lanciano le stelle che esplodono – aggiunge – disseminando nello spazio gli atomi complessi che hanno prodotto nel loro nucleo durante la loro vita: altri tasselli per il grande quadro della evoluzione dell’intero Universo”.

    All’Osservatorio polifunzionale del Chianti si può seguire anche il viaggio degli asteroidi e dei pianetini del Sistema Solare.

    “Il nostro obiettivo al telescopio, nel buio e nel silenzio della notte – conclude – o nella luce diurna dei laboratori dove prepariamo i nostri attrezzi e dove analizziamo i dati, è quello di un montanaro determinato, che passo dopo passo cerca la vetta”. 

    All’attività di ricerca si unisce quella divulgativa e digitale, curata da Lorenzo Betti e Marco Merico.

    Tra i prossimi eventi, organizzati dall’Osservatorio, si segnala la conferenza nell’ambito della rassegna Frontiere dell’Astrofisica, in programma venerdì 4 giugno alle ore 21.30 “Archeoastronomia: la scienza delle stelle e delle pietre” con Giulio Magli del Politecnico di Milano – Dipartimento di Matematica.

    La conferenza si terrà in modalità live streaming sul canale Twitch.tv dell’Osservatorio.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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