VICO D’ELSA (BARBERINO TAVARNELLE) – “Le preoccupazioni del Comitato per la Tutela e Difesa della Val d’Elsa sono aumentate, non solo per la ciminiera, ma per altri motivi che andiamo a spiegare”.
Inizia così il punto della situazione che il Comitato fa, dal suo punto di vista ovviamente, sulla situazione della distilleria.
“La Distilleria Deta – spiega il Comitato – azienda nata nei primi del ‘900, a seguito del cambio di proprietà, ha notevolmente ampliato la propria organizzazione produttiva, passando da una lavorazione di vinacce locali ad una lavorazione nazionale. E oltre al potenziamento degli impianti si stanno verificando pesanti ripercussioni per l’aumento del traffico di mezzi pesanti”.
“La prima domanda che ci siamo posti – proseguono dal Comitato – è stata: dove verrà smaltita questa vinaccia? I fatti sembrano dimostrare che questo sottoprodotto vitivinicolo proveniente dal Trentino, Veneto, Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte venga portato alla Zambra. Creando quella montagne di vinacce, che sovrastano la recinzione, che si vedono stoccate sul piazzale della Deta, e il cui trasporto ha generato indiscutibilmente un aumento di traffico veicolare pesante nella zona. A questo punto alla Zambra, si coniugano i fumi della ciminiera con i fumi dei tubi di scarico di questi mezzi!”.
“Qualcuno ha la conoscenza oggettiva di cosa contengono? – domandano dal Comitato – Che il CO si libera nell’aria ma tende a stratificarsi al suolo mettendo maggiormente a rischio le vie respiratorie dei più piccoli (umani o animali). A questo proposito non comprendiamo come si possa decidere di costruire un parco giochi proprio alla Zambra, in una zona satura di fumi di varia natura e vario tipo di aziende impattanti, tra le quali la distilleria Deta, alla quale si aggiungono i fumi di scarico di migliaia di mezzi pesanti”.
“Dai tubi di scarico dei Tir – dicono ancora – escono oltre all’ossido di carbonio anche gli ossidi di azoto, idrocarburi incombusti, la cui letteratura parla di effetti cancerogeni, le polveri fini e tanto altro. Noi ci chiediano come in una ormai globalizzata idea di rispetto dell’ambiente, di abbassamento di emissioni dell’anidrite carbonica, del km zero, si possa permettere che in un Paese il cui Governo sostiene la transizione ecologica, creando addirittura un Ministero, come possano gli amministratori locali fare certe scelte, che noi riteniamo improprie e probabilmente pericolose”.
“Non comprendiamo – concludono – e aspettiamo gli esiti dei promessi monitoraggi e risposte esaustive”.
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