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giovedì 21 Agosto 2025
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    Dopo oltre 100 km a piedi il sindaco Baroncelli al Vescovado di Firenze: con la richiesta di un nuovo Patrono

    Ha intrapreso una sorta di pellegrinaggio per richiedere ai Vescovadi di Firenze e Fiesole la sostituzione del patrono di Barberino Tavarnelle, da San Pietro a San Giovanni Gualberto

    BARBERINO TAVARNELLE – Con qualche muscolo ancora dolorante, ma felice. Soddisfatto e orgoglioso di aver tenuto fede alla promessa, fatta a se stesso e alla comunità.

    Un pellegrinaggio che il sindaco di Barberino Tavarnelle David Baroncelli, sollecitato dalle richieste dei cittadini e di alcune associazioni, ha pensato e programmato come una vera e propria missione.

    Spirituale e civica, individuale e collettiva allo stesso tempo. Oltre cento chilometri a piedi, da Sambuca a Vallombrosa e da Vallombrosa a Firenze, passando attraverso le abbazie di Badia a Passignano e Monte Scalari.

    Un cammino speciale, un percorso del silenzio, faticoso, che si è addentrato nel cuore verde del Chianti e del Valdarno, tra i boschi, i sentieri, le strade bianche, le aree di campagna più scoscese e ripide, in ascolto di quella natura, simbolo del creato.

    Che il santo dei Forestali d’Italia, San Giovanni Gualberto, fondatore della Congregazione vallombrosana, ha insegnato mille anni fa ad amare, coltivare, curare.

    La meta, passo dopo passo, è stata raggiunta. Il sindaco Baroncelli è approdato poche ore fa in piazza San Giovanni, a Firenze, ha bussato alla portineria del Palazzo Arcivescovile per consegnare le lettere che fissano, nero su bianco, la volontà congiunta dell’amministrazione comunale di Barberino Tavarnelle, dei cittadini e di alcune associazioni del territorio di richiedere al Vescovado fiorentino di istituire quale nuovo patrono di Barberino Tavarnelle il santo che da mille anni stringe un legame particolare con questo lembo di Toscana.

    E’ San Giovanni Gualberto, nato nel 995 a Petroio, nelle campagne circostanti la frazione di Sambuca, e sepolto nella secolare e prestigiosa Abbazia di Badia a Passignano dove sono conservate le sue spoglie.

    Una figura carismatica, la cui opera religiosa è associata ai temi del perdono, della pace e della riconciliazione, e che visse in prima persona il territorio di Sambuca.

    Lungo il fiume Pesa infatti l’uomo di fede lasciò tracce della propria vita, dei miracoli compiuti, della vocazione spirituale che ha caratterizzato il suo intenso percorso di fede e amore per Dio e la natura.

    Al santo è dedicato anche un sentiero escursionistico, l’anello di San Giovanni Gualberto, che si snoda dal ponte di Romagliano a Sambuca fino a Badia a Passignano ed assume i contorni leggendari del suo passaggio, testimoniati dalla presenza del Masso del Particino, il blocco di pietra che secondo la leggenda il Demonio scagliava contro il santo mentre si riposava, della cappella di San Giovanni Gualberto e dalle impronte del cavallo con cui il monaco attraversava i luoghi fluviali e le aree naturalistiche del Chianti.

    “All’inizio del percorso – dichiara il sindaco Baroncelli – non avendo mai intrapreso un cammino così lungo e impervio, devo dire ero un po’ preoccupato, ma poi gradualmente le mie gambe hanno acquisito fiducia. E sulla fatica, innegabile, ho fatto prevalere la determinazione nel realizzare quello che per me è stato un viaggio dentro me stesso”.

    “Un momento di riflessione profonda – aggiunge – ma anche un tempo speso con consapevolezza per la mia comunità. Mi hanno aiutato gli incontri che ho fatto lungo il tragitto: il saluto portato a don Jhinsho e ai monaci di Badia a Passignano, la camminata condivisa con Frate Matteo all’abbazia di Vallombrosa, l’accoglienza che ho ricevuto da parte dei cittadini di Poggio alla Croce, fino ad arrivare a Firenze, tappa conclusiva del mio itinerario”.

    “Non nego di aver avvertito il peso di questa esperienza dal punto di vista fisico – ammette – ho realizzato l’obiettivo in soli quattro giorni, solo nel primo ho percorso circa 30 Km, ma non mi è mancato davvero nulla. Ho respirato a pieni polmoni, ho avvertito in solitaria il piacere di vivere lentamente, ho ammirato la bellezza travolgente del paesaggio che ci avvolge, mi ha riempito la meraviglia che ho potuto cogliere ad ogni passo e mi sono sentito privilegiato”.

    “Se c’è una figura che ha ispirato, ha fornito lo spunto per questo cammino – aggiunge – è stata quella di don Danilo Cubattoli. Lui che viaggiava ovunque, in bicicletta, in moto, a piedi per aiutare e sostenere concretamente gli ultimi, come l’impresa straordinaria che realizzò per dire messa ai lavoratori del Kilimangiaro. Ho pensato che ognuno di noi potesse essere in grado di compiere gesti di qualità, atti d’amore e di pace a favore e nel rispetto dell’altro, se sorretto da motivazioni autentiche come è stata quella che ha tenuto in vita e alimentato la fede di don Cuba, la sua profonda vocazione rivolta ai più deboli”.

    “Quanto alla sostituzione del patrono di Barberino Tavarnelle – conclude Baroncelli – l’attuale San Pietro con San Giovanni Gualberto, auspichiamo che i Vescovadi di Firenze e Fiesole possano esprimere valutazioni positive e accogliere una richiesta che parte dal basso, un desiderio di cui mi sono fatto portavoce e ambasciatore camminando”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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