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venerdì 19 Aprile 2024
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    E’ stato a Vico d’Elsa solo un anno, ma ha lasciato il segno: il paese ha salutato don Luca

    Don Lukasz Oleksiak (questo il suo vero nome) ha salutato accompagnato da tanto affetto. Adesso Vico è pronto ad accogliere don Stefano

    VICO D’ELSA (BARBERINO TAVARNELLE) – Domenica 4 settembre gli abitanti di Vico d’Elsa hanno salutato don Luca, vicario parrocchiale di San Tommaso in Certaldo, che è stato un punto di riferimento anche per la frazione di Barberino Tavarnelle. E che è stato appena trasferito al vicariato del Sacro Cuore di Firenze.

    Don Lukasz Oleksiak (questo il suo vero nome) è un giovane sacerdote polacco, di circa quarant’anni. E’ arrivato a Vico poco più di un anno fa, quando don Dino è andato in pensione. Ed è stato accolto subito con grande affetto.

    “Mi sono sempre sentito come in famiglia”, ha detto don Luca domenica, dietro all’altare, di fronte alle tante persone presenti ad ascoltare la sua ultima Messa nella chiesa di Sant’Andrea.

    “Risiedeva a Certaldo, ma era disponibile per ogni cosa – ci raccontano i catechisti – Non appena arrivava la domenica mattina, al bar gli offrivano il caffè. E le persone (anche quelle che non frequentano la chiesa) lo aspettavano fuori per scambiare due parole”.

    “Quando commenta un brano ti entra dentro, perché lo fa con grande sensibilità, lo fa con il cuore – dicono – Aggiunge sempre degli aneddoti della sua vita, in modo tale da esemplificare il messaggio e renderlo comprensibile a tutti”.

    “Durante l’omelia chiamava i bambini del catechismo all’altare – aggiungono – e con loro approfondiva il significato delle letture”.

    Gli stessi bambini hanno preparato un cartellone colorato, che domenica è stato appeso all’altare, con su scritto: “Grazie don Luca, ci mancherai”. E in uno dei palloncini, scherzando: “Ci ha fatto piacere che ci facesse le domande durante la Messa, però ora interroghi anche i ragazzi di Firenze”.

    E poi, in quella che è stata una bella festa di addio, a don Luca sono stati riservati tanti altri pensieri, molto apprezzati e inaspettati. La comunità ha raccolto delle offerte, grazie alle quali potrà arredare la sua nuova stanza a Firenze.

    Mentre i catechisti gli hanno regalato dei libri e consegnato una lettera commovente, scritta da uno di loro.

    “Carissimo don Luca, dopo un periodo abbastanza breve vissuto insieme ci troviamo qui a salutarla, perché lei è stato chiamato a svolgere il suo compito in un’altra parrocchia”.

    “Ci dispiace molto e ci mancherà tantissimo, anche se accoglieremo a braccia aperte e con grande disponibilità il nuovo sacerdote”.

    “Personalmente ricordo le sue prime omelie, le sue riflessioni sulla parola di Dio. Confesso che notavo alcuni accenti sbagliati e mi dicevo: “Glielo dirò e lo aiuterò a correggersi”. Ma ciò che mi rimaneva nel cuore era la profondità di ciò che diceva, il suo farsi uomo come tutti noi, sacerdote di questo mondo”.

    “Di solito raccontava qualche aneddoto della sua vita, qualcosa di sé, e concludeva sempre con domande finali che diventavano le mie: “Che cristiano sono io? Cosa posso fare nel mio piccolo per cambiare?””.

    “Non pensavo più alle inesattezze di pronuncia, anzi mi ricordavano un grande pontefice che una volta disse: “Se sbaglio, mi corriggerete…”.”

    “Sì, il Santo Papa Giovanni Paolo II veniva dalla sua stessa terra, dalla Polonia. E, nonostante qualche errore linguistico, non ha sbagliato niente sull’amore, sul perdono, sulla misericordia, sulla Chiesa, sulla vita”.

    “E’ questo che il mondo cerca dalle parole e dall’esempio di un sacerdote, da uno fattosi servo per amore, da chi ha lasciato la sua famiglia, i suoi cari, il suo Paese per dedicare la sua vita a noi, il suo tempo alle nostre banalità, ai nostri errori”.

    “Se penso a tutto ciò, mi viene in mente una domanda: perché questo dono? Me lo merito davvero? Che cosa ho fatto per avere una persona che dedica a me la sua vita?”.

    “In un momento in cui ognuno pensa a se stesso, in una società in cui i traguardi sono il potere, la ricchezza, la visibilità e l’affermazione di sé, lei, come gli altri sacerdoti, ha lasciato il suo Paese, i suoi affetti, per dedicarsi a noi in nome di Dio”.

    “E’ una cosa immensa, incredibile. E’ la grandezza di una chiamata e di una risposta, della fede. E’ in contrasto con le logiche della terra, è la Parola che va controcorrente. E’ la pace e la felicità che ognuno di noi cerca invano nell’effimero”.

    “Torno alla nostra comunità e al presente. Lei ha condiviso con noi la preparazione ai Sacramenti dei nostri ragazzi e l’ha fatto in maniera unica: ogni domenica li ha chiamati intorno all’altare per riflettere con loro sul Vangelo appena letto, li ha stimolati e li ha aiutati a comprendere il senso più profondo del brano ascoltato. Uno scambio che ha avvicinato loro a lei e lei a loro”.

    “Lei, don Luca, ci ha dato molto e noi la ringraziamo con grande affetto e un po’ di malinconia. I bambini e le bambine, le ragazze e i ragazzi, il gruppo intero del catechismo e le famiglie la salutano. Le persone che prestano servizio in parrocchia e tutto il paese le chiedono di tornare a prendersi un caffè insieme nel piazzale, in qualunque momento lei vorrà”.

    “Gli incontri non avvengono mai per caso e quando ci si saluta ognuno porta con sé qualcosa dell’altro. Lei è diventato in poco tempo uno di noi e non la dimenticheremo. Anzi le chiediamo di portare con sé quel poco di noi che è riuscito a raccogliere”.

    “Le auguriamo di stare bene, di riuscire a stimolare la sensibilità dei nuovi parrocchiani verso il bene, verso l’amore scambievole, verso la carità. E siamo certi che ci riuscirà”.

    “Le sue caratteristiche e le sue qualità la aiuteranno ad essere sempre “un uomo a contatto con Dio che cammina col proprio tempo”, un prete misericordioso e “benevolo, ma anche critico e vigile di quanto matura nella storia””.

    “Noi tutti pregheremo per lei e lei ci tenga presente nelle sue preghiere. Ciao, grazie, e tanti auguri Don Luca!”.

    Per concludere, i ragazzi, i catechisti e la comunità tutta hanno trascorso un ultimo momento in compagnia di don Luca, condividendo nel circolo Mcl un delizioso rinfresco preparato dalle famiglie del paese.

    E adesso si preparano a conoscere il nuovo parroco, don Stefano, con lo stesso entusiasmo con cui poco più di un anno fa hanno accolto don Luca. 

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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