SAMBUCA (TAVARNELLE) – Si è festeggiato sabato 25 luglio il Giubileo (50 anni) dalla consacrazione della chiesa di San Jacopo a Sambuca, con la visita di S.E. cardinale arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori.
E’ particolarmente felice il parroco don Attilio Belladelli, che abbiamo incontrato poco prima che iniziasse la S. Messa intento a sistemare ai lati dell’altare maggiore una composizione di girasoli, assistito da alcune signore che con altrettanto amore addobbano la chiesa per l’occasione.
Don Attilio quando è arrivato alla Sambuca?
"Nel 1984 dopo essere stato pro parroco a Tavarnuzze, dove nel 1972 fui ordinato sacerdote".
La chiesa di San Jacopo la possiamo definire una chiesa moderna, ma prima che fosse costruita questa dove si celebravano i riti alla Sambuca?
"Originariamente era in cima al colle, sopra il cimitero, e la data della consacrazione risale al 1119. Di recente è stato scoperto che la casa adibita a canonica era una fortezza che serviva a mettere in allarme il paese quando arrivavano i nemici. Oggi purtroppo è sconsacrata e adibita a civile abitazione. Rimane comunque l’oratorio di Sant'Anna sorto intorno al tabernacolo affrescato nella prima metà del XVI secolo da uno degli artisti che operavano nella vicina abbazia di Passignano, dove vi è raffigurata Sant'Anna con la Vergine e il Bambino".
In questi anni della sua presenza alla Sambuca c’è qualcosa in particolare che ricorda?
"Ho visto morire dei santi".
Qui?
"Sì, creature incredibili e meravigliose che sarebbero state da proclamare santi il giorno del funerale".
Lasciamo don Attilio ai suoi ultimi preparativi per la Messa Solenne concelebrata da S.E. Giuseppe Betori, il suo segretario don Paolo Brogi, con il parroco di Tavarnelle, i padri Benedettini di Badia a Passignano, il proposto di San Casciano.
Presenti anche il sindaco di Tavarnelle David Baroncelli assieme al vicesindaco Davide Venturini, il comandante della Stazione carabinieri di Tavarnelle luogotenente Giuseppe Cantarero, i fedeli e il coro accompagnato dal suono dell’organo.
"Sono lieto di essere con – ha detto nell’omelia l'arcivescovo Giuseppe Betori – per celebrare questa festa patronale e per i cinquant’anni della dedicazione di questa chiesa. La volle un grande arcivescovo di Firenze, il cardinale Elia Dalla Costa, e la dedicò al suo successore il cardinale Ermenegildo Florit. E mi piace che il vostro parroco abbia voluto solennizzare quest’anniversario chiedendo a un umile successore di questi due grandi arcivescovi di essere con voi".
Dopo la cerimonia Betori è stato accompagnato a visitare la mostra fotografica “La nostra Chiesa siamo noi”, allestita nella sala parrocchiale Don Emilio Bruni, all’interno del circolo Mcl.
Infine, grazie al circolo, alla Pro Loco, al coro e gli animatori della chiesa, è stato allestito un gustoso rinfresco nei giardini.
Alle 23, sul greto del fiume Pesa, a pochi passi dal ponte su cui un tempo passava la via Regio Romana, sono state accese le micce (sotto la vigilanza dei volontari de “La Racchetta”) per lo spettacolo pirotecnico: “I fochi” in onore di San Jacopo e del Giubileo della chiesa.
di Antonio Taddei
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