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lunedì 2 Ottobre 2023
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    I giovani al centro del ricordo dei martiri di Pratale: “Questo luogo deve diventare un sacrario”

    Hanno rappresentato, con Massimo Salvianti, “Verdi i germogli, rosso il sangue”. Poi, alla fine, hanno proposto le loro idee...

    PRATALE (BARBERINO TAVARNELLE) – Mirella Lotti è una signora che non dimostra la sua età anagrafica.

    E’ rimasta l’unica testimone di quanto avvenne il 23 luglio 1944, quando nella radura del Doccino, a Pratale, un lembo del comune di Barberino Tavarnelle al confine con quello di San Casciano, trovarono la morte 12 vittime innocenti. Fucilate senza nessun motivo dai soldazi nazisti.

    Angiolo Cresti, Attilio Cresti, Oreste Cresti, Bruno Gori, Giuseppe Gori, Livio Gori, Marcello Gori, Omero Gori, Serafino Gori, Giuliano Lotti, Carlo Lotti, Giovanni Raspollini.

    E, da poco, è stato aggiunto al cippo di Pratale anche Rino Raspollini, morto di tifo il 3 agosto 1944, risparmiato dai tedeschi solo perché era malato.

    Mirella Lotti quel giorno aveva solo 8 anni: in quella strage perse il babbo Giuliano e il nonno Carlo.

    Domenica 23 luglio, 79esimo anniversario della Liberazione, sono state commemorate le vittime di Pratale.

    Lì, in quella radura, prima della Santa Messa officiata dai Monaci Vallombrosani dell’Abbazia di San Michele Arcangelo di Badia a Passignano, il sindaco di Barberino Tavarnelle David Baroncelli ha deposto una corona, accompagnato dal silenzio suonato dalla tromba di un giovane e bravo musicante.

    Alla cerimonia hanno partecipato, oltre ai familiari delle vittime, i gonfaloni dei Comuni di Barberino Tavarnelle e San Casciano, la sezione Anpi Piero Bartalini e Egidio Gimignani, la sezione Ex Internati di Barberino Tavarnelle (la cui bandiera è stata portata dal giovane Pietro), la Confraternita di Misericordia Barberino Tavarnelle, i carabinieri della Stazione Barberino Tavarnelle.

    Nel pomeriggio, sempre nella radura del Doccino (prende il nome da una vecchia fonte che qui si trovava), è stato rappresentato “Verdi i germogli, rosso il sangue”.

    Ovvero, la strage di Pratale raccontata dalle ragazze e i ragazzi. A cura di Massimo Salvianti, con le musiche originali di Emiliano Benassai (eseguite alla fisarmonica dall’autore), e con la cantante Sofia Nyberg (produzione Arca Azzurra Eventi).

    Salvianti ha ripercorso attimo dopo attimo, con i giovani immersi ognuno nella loro lettura, date, numeri; compresi i nomi di chi ha ordinato e premuto i grilletti di mitra e pistole contro le vittime innocenti.

    Ma ha anche ricordato i lunghi anni di silenzio sull’eccidio, le famiglie lasciate in balìa del loro dolore.

    Al termine applausi commossi da parte delle tante persone presenti.

    Mentre Mirella Lotti si è alzata dalla sedia, accanto al marito Francesco che non è riuscito a trattenere l’emozione, e si è diretta ad abbracciare e ringraziare i giovani con un sorriso. Perché Mirella ne ha già versate troppe di lacrime.

    Giovani che hanno voluto, alla fine, lanciare una loro idea, una sorta di appello rivolto agli adulti: “Questo luogo deve essere trasformato e vissuto tutti i giorni dell’anno, non solo in occasione delle commemorazioni. Deve essere una memoria a cielo aperto, un Sacario, dove vanno piantati fiori, messe delle panchine, accessibile a tutti, dai più anziani ai giovani”.

    In pratica il sogno che Mirella avrebbe voluto vedere già realizzato da anni.

    Presenti anche gli assessori del Comune di Barberino Tavarnelle che, insieme al sindaco, hanno voluto fare omaggio ai giovani recitanti.

    “Per ringraziarvi per il contributo e la passione che avete messo oggi – ha detto il sindaco Baroncelli – vi doniamo lo spillo civico del Comune, che di solito portano gli amministratori. Da oggi siete diventati tutti quanti testimoni dei fatti di Pratale e della nostra memoria. Questo è un grande contributo che date alla cittadinanza: vi vogliamo ringraziare per quello che avete fatto”. 

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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