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giovedì 18 Aprile 2024
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    Irresistibile vernacolo al Teatro Regina Margherita di Marcialla: sul palco anche il sindaco Baroncelli

    "Casa nova, vita nova": domenica 5 febbraio la compagnia di Barberino Tavarnelle "I Rampanti" presenta e interpreta la commedia

    MARCIALLA (BARBERINO TAVARNELLE) – Risate, vernacolo e tradizioni di comunitĂ  nello spettacolo che andrĂ  in scena domani, domenica 5 febbraio alle ore 17, sul palcoscenico del Teatro Regina Margherita di Marcialla nell’ambito della sezione teatro popolare toscano.

    Una nuova rappresentazione del testo “Casa nova, vita nova”, che nasce come libero adattamento riscritto e curato alla regia da Sergio Berti del testo di Vinicio Gioli e Mario De Majo.

    Sono gli interpreti della Compagnia “I Rampanti” di Barberino Tavarnelle a proporre tre atti di pura comicitĂ , asciutta, giocata su una straordinaria altalena di battibecchi, equivoci e battute spassose e dissacranti, tipiche del vernacolo fiorentino.

    Anche il sindaco David Baroncelli prenderĂ  parte in veste di attore al viaggio nell’Italia del dopoguerra che, nonostante la penuria di mezzi economici e le ristrettezze, provava a ricostruirsi e ad affrontare la vita con ottimismo.

    Era il 1956, per le case del piacere a pagamento era stata predisposta la chiusura sulla base della legge Merlin.

    “Il lavoro di Sergio Berti affronta un tema serio con grande sagacia e originalitĂ  – dichiara il sindaco Baroncelli –  intercalando momenti musicali e canori e permette allo spettatore di entrare in una sorta di commedia all’italiana, riflesso di un’epoca in cui contraddizioni e vizi del sistema sociale vengono fustigati con leggerezza”.

    “A rendere le case “onorate” non sono le mura o la strada in cui si trovano ma la rispettabilitĂ  delle persone che le abitano”.

    La battuta fulminante di Arduino piomba in scena come un deus ex machina, e risolve tutto: le burrascose relazioni tra i personaggi, i Ciuti da un lato, Attilia, la figlia Tosca e il terribile Ottavino dall’altro, famiglie costrette a convivere in un appartamento di piccole dimensioni per le non facili condizioni economiche comuni al secondo dopoguerra.

    Tutti finiscono per accettare l’idea di vivere e abitare permanentemente tra le camere di via Amorino dove un tempo, abbastanza recente, gli uomini non rinunciavano alle loro visite condivise con donne avvenenti.

    Con questa pièce vincono la fiorentinità e la passione dei suoi interpreti.

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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