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martedì 23 Aprile 2024
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    La chiesa di San Bartolomeo, a Barberino Val d’Elsa, è tornata a custodire la “sua” Annunciazione

    Grande evento domenica 8 maggio, quando l'affresco restaurato è stato presentato alla popolazione e bendetto da don Soave

    BARBERINO VAL D’ELSA (BARBERINO TAVARNELLE) – La comunità di Barberino Val d’Elsa venera moltissimo la Madonna. In particolare nel mese di maggio, dedicato alla devozione della Madonna del Rosario.

    Anche per questo, grande era il desiderio di far restaurare l’affresco dell’Annunciazione, viste le cattive condizioni in cui si trovava.

    Così, dopo un attento intervento di restauro, l’opera è stata nuovamente ricollocato domenica 8 maggio. Mostrandosi in tutto il suo splendore nella Propositura di San Bartolomeo, nel cuore di Barberino Val d’Elsa.

    Per l’evento erano presenti il sindaco David Baroncelli, il presidente del consiglio comunale Alberto Marini, il comandante della Stazione carabinieri di Barberino Tavarnelle luogotenente Giuseppe Cantarero, don Soave, il diacono Alessandro Bicchi dell’Ufficio Arte Sacra dell’Arcidiocesi di Firenze.

    E, ancora, Maria Maugeri e Elena Alfani funzionarie della Soprintendenza ABAP, i restauratori Giovanni Calamandrei (ditta Bartoli) e Philip Kron Morelli.

    Prima di scoprire l’affresco (e della benedizione da parte di don Soave), ha parlato il sindaco Baroncelli, molto soddisfatto della restituzione dell’opera d’arte: “Che va a valorizzare ulteriormente il territorio – ha detto il sindaco – ma va anche a tramandare il valore collettivo di chi visiterà il borgo, con il suo patrimonio artistico”.

    Il diacono Bichi, oltre a portare i saluti del cardinale Giuseppe Betori, si è complimentato del lavoro svolto da parte dei restauratori, soffermandosi a spiegare l’importanza dell’immagine dell’Annunziata, “che porta al valore teologico dell’annunciazione”.

    La dottoressa Maugeri ha invece illustrato gli studi eseguiti sull’opera, escludendo che si possa trattare di un’opera giottesca. Può invece essere riferita a un artista tardo gotico, di fine Trecento inizio Quattrocento.

    I restauratori hanno spiegato le varie fasi dell’intervento con l’ausilio di proiezioni, puntualizzando quanto questa sia stata trovata in pessime condizioni.

    L’affresco è stato alloggiato su un telaio, che può consentire di spostare l’opera in qualsiasi momento di bisogno. Il restauro è stato realizzato grazie al contributo della Fondazione CR Firenze.

    Un grazie particolare per l’interessamento, la dedizione e la volontà messa in tutto ciò che viene organizzato nella chiesa di San Bartolomeo, è andato a Marcello Bardotti, salutato con un caloroso applauso.

    Al termine, don Soave ha benedetto l’immagine dell’Annunziata.

    Breve relazione sul restauro dell’affresco staccato raffigurante l’Annunciazione

    Trattasi di una pittura murale di autore ignoto, di ambito senese, del XIV secolo raffigurante la Madonna Annunziata (dimensione 162X200circa).

    L’affresco era collocato su una delle pareti della vecchia chiesa. Nel 1912, al momento della costruzione della nuova chiesa (stile neogotico, consacrata il 20 settembre 1913, progetto dell’architetto fiorentino Giuseppe Castellucci), fu rimosso dalla sede originaria e trasferito su supporto mobile quadrangolare.

    La Vergine è rappresentata seduta, con la mano sinistra che sfiora un libro posto sulle ginocchia e la mano destra sul petto.

    A sinistra si vede la mano dell’angelo annunziante, mentre a destra oltre a una incorniciatura di piccoli motivi floreali, s’intravede un personaggio che tiene in mano una fiaccola.

    L’affresco è stato a lungo riferito alla scuola fiorentina del trecento ma, visto la delicatezza dei lineamenti, l’estrema leggerezza delle stoffe fiorite e dei colori, si è portati a pensare a un pittore molto vicino alla scuola senese, sempre del XIV.

    Il restauro precedente risaliva al 1995, ma l’opera mostrava già chiaramente la necessità di un nuovo intervento per eliminare i sollevamenti della pellicola pittorica, nonché effettuare una rigorosa ripulitura, per ritornare alla pellicola pittorica originale attraverso una stuccatura con una malta di composizione e conservazione analoga all’originale.

    L’opera da tempo è collocata all’altare del Santissimo Sacramento, subito dietro al tabernacolo, in un punto di massima visualità, ed è tra le opere più venerate dai fedeli e dai turisti. 

    @RIPRODUZIONE RISERVATA

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