BARBERINO TAVARNELLE – “Da quando sono entrato a far parte del gruppo dei volontari del Pranzo dei Bifolchi, ormai da alcuni anni, sono sempre stato in cucina, mai a sedere a tavola, amo mettermi a disposizione della mia comunità e adoperarmi ai fornelli per attuare questa tradizione antichissima che gli abitanti di San Donato in Poggio portano avanti con grande passione e rispetto per il passato, conoscere le nostre radici ci aiuta a essere cittadini più consapevoli, responsabili e inclusivi”.
Con qualche battuta a caldo, espressa al termine del pranzo dei Bifolchi che si è tenuto domenica 8 settembre nei locali del Santuario rinascimentale, Emiliano Parti, insieme agli amici cuochi, tutti rigorosamente uomini e sandonatini doc che dalla mattina, alle prime ore dell’alba, si ritrovano per iniziare la lunga preparazione del pranzo in cui ogni portata è realizzata manualmente, ben sintetizza il cuore della iniziativa che quest’anno in modo particolare ha felicemente assistito al passaggio del testimone con il coinvolgimento dei più giovani.
Nasce come espressione della cultura religiosa, legata al rituale dei fedeli della Madonna di Pietracupa e si sviluppa e cresce ormai da quasi 500 anni come autentica occasione di convivialità.
Esperienza di condivisione in cui i 200 invitati che si ritrovano nelle antiche cucine del Santuario di Pietracupa creano un ponte ideale, animato dal dialogo e dall’incontro intergenerazionale, sintetizzano i valori più profondi della cultura di comunità.
“Il gruppo dei cuochi e dei volontari che operano in cucina e danno una mano fra i tavoli comprende decine di persone, dai 16 agli 85 anni – aggiunge Gianni Cini – ed è questa la risorsa più preziosa che sta gradualmente attirando l’attenzione dei giovani del paese, sempre più presenti e disponibili a supportare il team storico”.
Tra i commensali anche l’assessore Anna Grassi e il parroco di San Donato in Poggio don Hervè Mamboueni Mboumba.
“Un pranzo eccellente che ha offerto l’opportunità di degustare i veri sapori della tradizione chiantigiana – tiene a dire l’assessore Grassi – mi ha colpito non solo l’atmosfera particolarmente avvolgente della cucina, con gli utensili, le pentole dell’epoca e le modalità di preparazione che ricalcano l’artigianalità del passato ma l’impegno dei più anziani e la partecipazione di tante ragazze e ragazzi, in occasioni come queste diventa tangibile e concreto il senso di appartenenza al territorio”.
A fare una breve visita ai Bifolchi del 2024 anche Caterina Bellandi, alias Zia Caterina, la tassista più celebre della Toscana, che con i suoi nobili obiettivi di solidarietà era stata protagonista qualche sera prima di un’iniziativa allestita con successo in piazza Matteotti a Tavarnelle, per raccogliere fondi a favore dei progetti “della Zia”, in collaborazione con il Centro Commerciale naturale di Tavarnelle “Di Bottega in Bottega”.
Il Pranzo dei Bifolchi è stato organizzato dalla Fabbriceria del Santuario di Santa Maria delle Grazie di Pietracupa, l’ente che gestisce il santuario, presieduto dall’architetto Marco Jodice.
Ma scopriamo quali sono stati i deliziosi piatti del menù che hanno sfilato sulle lunghe tavolate dei locali adiacenti al Santuario: antipasto tipico toscano, penne al ragù ricavato dallo stracotto battuto a coltello e di carne a pezzi, stracotto con contorno di piselli e fagioli bianchi, cantuccini e vinsanto.
Uno speciale ringraziamento è rivolto dal sindaco David Baroncelli ai volontari giovani e adulti che da anni si occupano del pranzo, nel ruolo di cuochi e volontari: Gianni Biagini, Piero Rodani, Gianni Cini, Germano Semplici, Paolo Melani, Emiliano e Danilo Parti, Giancarlo Lazzeri, Fabrizio Martinelli, Francesco Matteuzzi, Giuseppe Lenzi, Lorenzo Stefanelli, Filippo Sarri.
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