BARBERINO TAVARNELLE – Il pittore Armando Pelliccioni, lo scienziato-artista che mostra i fenomeni della natura attraverso l’arte, continua ad emozionare giovani e adulti nella retrospettiva che il Comune di Barberino Tavarnelle ha dedicato al suo cammino artistico.
Un percorso ventennale fatto di studio, ricerca, sperimentazione, passione e talento per la bellezza e l’armonia delle forme.
Nello spazio e nei linguaggi che uniscono arte e scienza l’evento espositivo “Pensare Universale: Caos | Creazione | Evoluzione” riscopre una sorta di uomo del Rinascimento del ventunesimo secolo da incrociare nelle due sedi dove è stata allestita l’antologica, aperta fino all’1 dicembre: le sale del Palazzo Malaspina e l’Osservatorio Polifunzionale del Chianti, a San Donato in Poggio, borgo tra i più belli d’Italia.
“L’evento, frutto de felice legame fra il Comune, l’Osservatorio Polifunzionale del Chianti, l’Università di Firenze, gli Amici dell’OPC- commenta il sindaco David Baroncelli – da un lato stimola la conoscenza dei linguaggi scientifici attraverso un approccio diverso, creativo e riflessivo ad un tempo, in cui giocano un ruolo centrale le emozioni che possono trasmettere le forme, i colori, l’originalità dell’arte contemporanea, dall’altro permette di apprezzare il talento pittorico e in modo più ampio la mission artistica di Armando Pelliccioni, il maestro romano che non può fare a meno di raccontarsi attraverso lo specchio multiforme dell’arte vestendo la tela delle proprie visioni matematiche”.
La mostra di pittura, curata dalla storica dell’arte Giada Rodani, è promossa e organizzata dall’Osservatorio Polifunzionale del Chianti (OPC), in collaborazione il Comune di Barberino Tavarnelle e l’Associazione Amici dell’OPC, con il patrocinio della Regione Toscana e dell’Università di Firenze.
Il fisico-artista protagonista della mostra, docente alla Sapienza di Roma, risponde ad alcune domande per approfondire la profondità del suo pensiero.
Arte e matematica, arte e fisica sono conciliabili, possono dialogare?
“Ma certamente… perché sia la matematica che la fisica sono materie vive, parlano di noi, descrivono il mondo naturale in cui viviamo, raccontano le molteplici declinazioni dell’esistenza umana, le rappresentazioni multiformi della quotidianità, anche in chiave artistica”.
Alcuni considerano l’arte contemporanea una forma di cultura alta, poco comprensibile, e per questo difficile da amare come quella del passato, cosa ne pensa?
“L’arte, come la musica, è un linguaggio universale, senza confini temporali o di spazio, e come tale è in grado di parlare ad ogni cuore coinvolto nel processo visivo e contemplativo dell’espressione pittorica o scultorea, all’arte di qualsiasi tempo si deve guardare con gli occhi di un bambino e di una bambina, Eraclito diceva che “l’uomo è più vicino a se stesso quando raggiunge la serietà di un bambino intento nel gioco”, anche per me questa esperienza della leggerezza che mi conduce verso la bellezza è un esercizio fondamentale per conoscermi meglio, rappresenta uno strumento di educazione al benessere interiore che mi fa essere persona migliore e spero che sia così anche per chi prova ad entrare nella mia dimensione fatta di numeri, natura e sensibilità personali. Considero arte ogni espressione che muove i labirinti giocosi dell’anima”.
Divulgata come un incontro di luci nel buio, un’esplosione cromatica nell’universo cosmico, anche la fisica potrebbe attrarre maggiormente soprattutto le nuove generazioni…
“Nelle prime visite guidate che ho condotto a Palazzo Malaspina ho avuto il piacere di dialogare con alcuni studenti e studentesse interessati e curiosi e con mio grande piacere ho notato una non comune preparazione scientifica e culturale, diamo fiducia ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze orientati per loro attitudine a sviluppare competenze con maggiore velocità di quanto non abbiamo fatto noi adulti in passato, ciò che è importante a mio avviso è che l’amore per la fisica non fermi quello per la poesia, o la passione per la filologia non metta un freno all’inclinazione per l’astronomia. Lavoriamo come comunità educante affinché le nuove generazioni siano ceteri multiformes, come diceva Seneca, intreccino conoscenze scientifiche e umanistiche in modo da acquisire una preparazione trasversale e multidisciplinare”.
Il Comune sta organizzando inoltre un evento di rilievo per il finissage della mostra, in programma domenica 1 dicembre, nel corso del quale sarà presentato il primo volume monografico dedicato al percorso di Armando Pelliccioni con la partecipazione di tutti i soggetti partner.
Ingresso libero.
ARMANDO PELLICCIONI
Armando Pelliccioni, nato a Roma nel 1961, artista, laureato in Fisica alla Sapienza di Roma, svolge attività di ricerca sulla modellistica e sulla intelligenza artificiale in campo ambientale. Affascinato dalla pittura di Mondrian conosciuta tramite i suoi scritti e le sue opere, nel 2003 inizia un percorso artistico riprendendo le considerazioni sulla geometria euclidea dello stesso Mondrian e sviluppando delle opere a carattere prettamente geometrico.
Le opere sulla geometria euclidea, derivanti da rigorose formulazioni matematiche, divengono presto contaminate dall’altra grande branca della matematica, il caos, producendo opere a complessità crescente.
Nel 2006 inizia una nuova fase artistica presentando il caos nelle opere. Nel 2009, in occasione della mostra “Negli orli del caos” a Roma, scrive l’articolo dal titolo “Genesi ed estetica del caos” sulla differenza tra il caos rappresentato e presentato, introducendo il concetto di entropia visiva nell’arte.
Nelle opere caotiche, sono attivate le forze della diffusione molecolare e il lentissimo loro procedere sullo spazio della tela produce naturalmente delle strutture caotiche-frattali. Nel 2012 la scelta della contaminazione dell’Arte con la Fisica subisce un’accelerazione sviluppando il tema delle esplosioni come rappresentazioni della Natura nel proprio svolgersi.
Nelle esplosioni, l’impulso della Fisica non-lineare della Natura viene congelato per l’eternità. Le opere sono il frutto di reali esplosioni e la materia viva del pigmento diviene il mezzo per evidenziare le leggi della Fisica, la complessità intrinseca della Natura. Inizia una totale fusione tra Arte e Scienza, una contaminazione di entrambe per evidenziare, sempre, il concetto di verità oggettiva.
LA MOSTRA
APERTURA: venerdì, sabato e domenica 16-19
INFORMAZIONI: 0558052337 www.barberinotavarnelle.it – cultura@barberinotavarnelle.it
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