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venerdì 20 Settembre 2024
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    L’ex sindaco Stefano Fusi: “Murale Maori, una buona idea ma il risultato non è soddisfacente”

    "L'opera non mi convince, non mi suscita emozioni o suggestioni. La trovo non facilmente leggibile e mal collocata..."

    BARBERINO TAVARNELLE – “Una buona idea ma un risultato insoddisfacente”: l’ex sindaco di Tavarnelle Stefano Fusi “boccia” il murale sui Maori in corso di realizzazione nel centro tavarnellino.

    Fusi, che è stato fra coloro che hanno aperto la “strada” della memoria e del rapporto con la Nuova Zelanda, fa una lunga riflessione su un’opera che in questi giorni di festa ha fatto molto discutere a Tavarnelle.

    “Condivido l’idea dell’amministrazione comunale – inizia Fusi – di realizzare dei murales che raccontassero la Liberazione del nostro territorio dal nazifascismo, ed in particolare il ruolo fondamentale che ebbero i soldati della II Divisione neozelandese. E all’interno di questa il 28° Battaglione, che fu protagonista della liberazione di Tavarnelle”.

    “E’ giusto ricordare – prosegue – che il 28° Battaglione era una unità di fanteria composta interamente di volontari Maori provenienti dalle varie comunità locali presenti in Nuova Zelanda”.

    “Per la liberazione del Chianti e di Firenze – aggiunge Fusi – pagarono un prezzo pesante: 32 soldati uccisi, 11 feriti e 4 fatti prigionieri. Per tutta la “Campagna d’Italia”, dal 1943 al 1945, il prezzo fu molto alto: 230 soldati uccisi, 892 feriti e 33 fatti prigionieri”.

    “Ho trascorso due decenni – ricorda ancora Fusi – doppiamente motivato dagli affetti familiari e dai ruoli istituzionali ricoperti, a fare ricerche negli archivi storici, raccogliere documentazione, incontrare i reduci neozelandesi e/o i loro discendenti, le loro associazioni”.

    “Abbiamo – rivendica – come istituzioni e comunità ricostruito assieme una storia condivisa di liberazione e riscatto; abbiamo fatto molte pubblicazioni ed anche il docufilm “Kia Ora”. Ancora mi emoziono quando sento parlare di questa storia”.

    “Che è davvero straordinaria – puntualizza Fusi – e posso affermare con assoluta certezza che il popolo Maori sente fortemente la vicinanza a quello toscano, italiano. Testimoni sono le visite ricorrenti di gruppi di neozelandesi che fanno il viaggio della memoria risalendo l’Italia, da Taranto fino a Trieste”.

    “Molti gruppi – dice ancora – ci hanno onorato di ricordare e celebrare assieme la nostra storia, anche in luoghi simbolici e fondanti della nostra coscienza collettiva civile. Come Pratale. Li aspettiamo anche nella prossima primavera/estate, in occasione delle celebrazioni per l’80esimo anniversario”.

    “Sono favorevole a utilizzare forme diverse di narrazione – puntualizza – rispetto a quelle più tradizionali, quali le immagini di grandi dimensioni e poste in luoghi pubblici. Per tutti i motivi sopra esposti, e pur apprezzando l’impegno profuso dal giovane artista e la sua massima libertà di espressione, devo essere sincero: l’opera non mi convince, non mi suscita emozioni o suggestioni”.

    “La trovo non facilmente leggibile – rimarca – manca ogni riferimento simbolico al 28° Battaglione. Quale lo stemma, o il colore rosso e nero della loro bandiera, almeno il papavero rosso, o magari inserire l’immagine della felce simbolo della Nuova Zelanda. Trovo inoltre fuori contesto il volto di donna ed avrei ritenuto più significativo quello di un soldato, magari il Colonnello Awatere vera e propria icona delle truppe neozelandesi”.

    “Credo di capire i motivi per i quali è stata scelta la parete nella quale è stato realizzato il murale – dice ancora l’ex sindaco – E’ facilmente visibile, fa angolo alla piazza Matteotti ed è vicina al Monumento ai caduti, è di proprietà del circolo La Rampa che come associazione è sempre molto presente nelle politiche culturali sulla memoria”.

    “Vedendo però il risultato finale – prosegue nella sua critica – mi vengono diversi dubbi se sia stata una scelta felice: penso ci sarebbe voluta una maggiore superficie utile, e inoltre ritengo che la presenza della finestra spezzi decisamente l’unitarietà del dipinto”.

    “Non so se ci sia la volontà dell’amministrazione di proseguire con altre realizzazioni su questo tema – conclude – e in tal caso penso sarebbe utile ed opportuno lo sviluppo di un progetto, di un definito percorso culturale ed iconografico”.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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