SAMBUCA (BARBERINO TAVARNELLE) – Generazioni che si incrociano, legami ed affetti che si connettono, tradizioni che si rinnovano nel tempo. E’ ciò che si vive quotidianamente tra i residenti di via il Passignano, alla Sambuca.
In un contesto sociale in cui tutto scorre di fretta, in cui le relazioni sembrano perdere la loro importanza, è essenziale fermarsi, guardarsi intorno e apprezzare ciò che ci circonda.
Per questo motivo venerdì 18 luglio tutte le famiglie di questa via si sono ritrovate, trascorrendo insieme una piacevole serata estiva.
Riunitisi nel giardino in fondo alla via, hanno allestito una lunga tavola per cenare assieme.
Una tradizione, quella della cosiddetta “Cena della via”, che è tornata a prendere vita dopo ben 17 anni di interruzione.
Un passaggio di testimone da genitori a figli, dal momento in cui la prima cena fu realizzata alla fine degli anni Novanta.
Al tempo erano stati i genitori, oggi tutti ultraottantenni o purtroppo deceduti, a idearla.
Oggi questa tradizione è stata rinnovata dai loro stessi figli, che da loro hanno ereditato la medesima volontà di stare insieme, di essere un gruppo di amici prima che vicini di casa.
Dalla fine del Ventesimo secolo questa tradizione si è perpetuata per dieci anni, per poi interrompersi nel 2008 in seguito alla morte del proprietario del giardino in cui si svolgeva la cena.
Quest’anno la casa con il suddetto giardino è stata acquistata da una nuova famiglia, che ha dato l’opportunità di rifare la cena. E così ai residenti “storici” si sono aggiunte anche nuove famiglie che si sono trasferite negli ultimi anni in questa via.
La cena di venerdì ha visto sedere alla stessa tavola un connubio di età diverse, tra bambini, adolescenti, adulti e anziani.
Un’amabile serata all’insegna del cibo, con gustose orecchiette al pesto, tacchino arrosto e del buon vino. Dopo la cena, gli stessi partecipanti si sono cimentati in performance canore, tra gli applausi e le risate di tutti quanti.
Una serata che non si limita a quelle poche ore, ma che testimonia una rete di legami che vengono coltivati ogni giorno. Che dimostra bene, vicinanza e desiderio autentico di appartenenza.
“E’ un modo per stare insieme – ci racconta Marisa, la più anziana insieme a Maresca (entrambe ultraottantenni) – un modo per rivivere il passato e per non soffermarci a guardare soltanto al nostro orticello”.
“Una serata per sospendere la frenesia delle nostre vite e per condividere qualcosa di bello tutti insieme” concludono Alessandro e Daniele.
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