BARBERINO TAVARNELLE – “L’esito del confronto, che si è trasformato in conflitto, con l’amministrazione comunale e la Regione Toscana sulla questione dell’ampliamento produttivo della distilleria Deta è arrivato ad uno snodo infausto”.
Lo dice Europa Verde Chianti, commentando il ricorso al Tar (Tribunale Amministrativo Regionale) presentato dal Comitato per la Tutela e la Difesa della Valdelsa, Italia Nostra, singoli cittadini e aziende agrituristiche.
# Caso Deta, il Comitato porta al Tar la Regione Toscana e il Comune di Barberino Tavarnelle
“La via giudiziaria – denuncia Europa Verde – si apre quando la politica fallisce. E non c’è dubbio che, in questo caso, abbia fallito”.
“Ora – dicono Paolo Fantin, Europa Verde Chianti e Eros Tetti, Europa Verde Toscana – si apre un confronto in cui la Regione Toscana e l’amministrazione comunale di Barberino
Tavarnelle si troveranno a doversi difendere nelle aule di un tribunale, esasperando così il conflitto e la distanza tra le istituzioni e i cittadini”.
“Una distanza – denunciano – che non si ridurrà e una ferita che non si rimarginerà qualsiasi sia l’esito della battaglia legale”.
Europa Verde “rimane ferma nella sua valutazione sull’ampliamento della distilleria: le nuove dimensioni produttive, a cui è legata l’elevazione del camino di 60 metri, comportano criticità ambientali, salutistiche e paesaggistiche che le rendono incompatibili con le esigenze di un territorio dall’equilibrio estremamente delicato, dove la zona industriale deve convivere con la presenza di abitazioni, di coltivazioni di pregio, di attività agrituristiche”.
“Le emissioni della distilleria – denuncia la formazione ambientalista – già ora rompono quell’equilibrio e nessuno può garantire che in futuro, se l’ampliamento sarà portato a termine, quell’equilibrio sia possibile”.
“L’amministrazione comunale – incalza Europa Verde – con in prima fila il sindaco, non può “nascondersi” dietro gli atti amministrativi, che pur legittimi non sono mai neutri: la distilleria Deta, nata quasi 100 anni fa per essere di servizio ad un territorio che le forniva la preziosa materia prima per distillati di pregio, si è trasformata e ancora di più si trasformerà con l’ampliamento, pesando sul territorio in termini di inquinanti diretti (le emissioni), inquinanti indiretti (il traffico veicolare per il trasporto delle vinacce), odori insopportabili (o meglio puzze), brutture paesaggistiche (il camino di 60 metri)”.
“I cittadini che protestano – aggiungono ancora – non hanno sentito né avuto l’amministrazione al loro fianco nel cercare una soluzione più sostenibile e da ora l’avranno addirittura contro, con tanto di avvocati, sentenze, spese legali”.
“Al processo partecipativo che Europa Verde ha richiesto fin dall’inizio – concludono – si è arrivati al conflitto nelle aule di un tribunale. Non è questo che ci si aspetta da forze politiche,
Partito democratico in testa, che si dichiarano sensibili all’ambiente e alla partecipazione dei cittadini”.
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