BARBERINO TAVARNELLE – Oggi, mercoledì 22 febbraio, si terrà l’incontro “Palestina. Il permesso di narrare”, in occasione dell’affissione dei manifesti che denunciano “il regime di apartheid imposto da Israele in tutta la Palestina storica”.
L’incontro è ospitato presso la Blue Room ai Rovai, a Tavarnelle, ed è organizzato dalla Rete per la Pace in collaborazione con il Chianti Forum per la Pace.
Sarà l’occasione per parlare del report pubblicato da Amnesty International nel 2022, dal titolo “L’apartheid di Israele contro i palestinesi: un crudele sistema di dominazione e crimine contro l’umanità” e di altri report simili.
“Che – dicono gli organizzatori – attraverso un’indagine dettagliata e ricerche approfondite relative alle violazioni dei diritti umani, sono giunti alla conclusione che il sistema di dominazione, segregazione e repressione operato da Israele nei confronti dei palestinesi costituisce un regime di apartheid, riconosciuto come crimine contro l’umanità dal diritto internazionale”.
“Sarà l’occasione – proseguono – per riflettere sulla necessità di tenere viva l’attenzione della società civile, occidentale e in questo caso italiana, su una questione – quella palestinese – troppe volte privata del giusto lessico e dell’adeguato linguaggio nei media mainstream, il cui racconto è spesso veicolato da notizie confuse e inesatte, se non apertamente fuorvianti e decontestualizzate”.
“La coesistenza di narrazioni contrapposte quando si tratta di Israele e Palestina – denunciano – tende a far prevalere una confusione cognitiva diffusa, centrata su assunzioni di neutralità e simmetria, soprattutto in quei momenti in cui, a seguito di bombardamenti sistematici, attacchi mortali e incursioni nelle città, la situazione in Palestina sembra tornare a essere platealmente esplosiva”.
“La Palestina – rimarcano – ci chiede di accogliere un’altra narrazione, un’alternativa razionale basata sui fatti, fatti non solo recenti e quotidiani ma anche storici, radicati nella storia del 1900. Chi, oggi, può parlare di Palestina?”.
“E perché – concludono – dovremmo adottare una prospettiva storica e abbandonare l’emotività di narrazioni in competizione l’una con l’altra? Perché è necessario proporre un’alternativa di linguaggio e di conoscenza? E perché è ancora importante parlare di Palestina?”.
Durante l’incontro verranno discusse alcune di queste domande, e alcune questioni verranno affrontate insieme a Baha’, ragazzo palestinese che organizza visite e tour di conoscenza, il quale parteciperà all’incontro in videocollegamento.
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