TAVARNELLE – Perdonateci se stavolta saremo molto vaghi sulla localizzazione "geografica" di questa storia: del resto capirete, leggendola, che chi ce l'ha raccontata ha il massimo (e legittimo) interesse che non si capisca dove è ambientata.
Anche perché, pur essendo il terreno in questione di sua proprietà, sappiamo tutti benissimo cosa accadrebbe se ne divulgassimo le generalità.
Tutto nasce da una chiacchierata pomeridiana e sulla voglia, di chi scrive e dell'interlocutore (un uomo molto conosciuto che vive nel comune di Tavarnelle), di andare a cercar funghi. "Purtroppo – ci spiega – con il lavoro e tutto il resto non ho davvero più tempo di andare a far funghi. Mi consolo andando a cercare tartufi".
"Ma come – replichiamo – non hai tempo per andare a cercare funghi ma lo hai per i tartufi? C'è pure da addestrare il cane…".
Sorride il nostro interlocutore, poi alza lo sguardo e, mostrandoci alcuni alberi a pochi metri di distanza ci dice: "Io vado lì a trovare i tartufi, a pochi metri da casa. E non ho bisogno del cane, perché ho… gli scoiattoli".
Pensiamo che ci prenda in giro, ma lui prosegue tutto serio: "Mi sono accorto che gli scoiattoli hanno un olfatto molto sensibile. Sentono il tartufo quando è pronto e iniziano a scavare per andare a prenderlo. Ma non ci riescono perché per loro è troppo in profondità".
Iniziamo a capire… . "A quel punto – prosegue il racconto – arrivo io. Faccio una piccola passeggiata e, dove trovo terreno smosso, scavo. Quasi a colpo sicuro vado a trovare i tartufi. Ne sbriciolo un po' in modo che lo scoiattolo abbia il suo premio e sia… incentivato".
Lo guardiamo stupiti e anche un po' invidiosi: "Va bene, ma troverai esemplari davvero piccoli in questo modo e così vicino a casa…". "Mah – risponde con un sorriso – se per piccolo si intende, tanto per fare un esempio, lo scorzone di quasi mezzo chilo che ho trovato qualche tempo fa…".
di Matteo Pucci
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