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giovedì 25 Aprile 2024
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    Lo conoscevano come “Il Pelliccia”, aveva 53 anni: il ricordo della moglie e della figlia

    Tavarnelle tutta si è stretta in un forte abbraccio intorno ai familiari di Fabio Cadeddu

    TAVARNELLE – È venuto a mancare da più di una settimana ormai e la sua assenza si sente ogni momento che passa.

    Forte la sofferenza per il vuoto che la sua morte ha lasciato: aveva la capacità straordinaria di rallegrare anche le giornate più storte, con le sue battute e i suoi scherzi.

    Tavarnelle tutta si è stretta in un forte abbraccio intorno ai familiari l’8 dicembre scorso, giorno in cui ci ha lasciati, dopo una dolorosa malattia, il 53enne Fabio Cadeddu. Conosciuto da tutti come “Il Pelliccia”, per via di quel mestiere che poi era pure una grande passione.

    Un altro interesse di Fabio era il calcio: super tifoso del Milan, ne parlava sempre con orgoglio. Magari al rientro da una giornata di lavoro, davanti casa, con gli amici. Poi si cambiava argomento: l’importante per lui era stare insieme.

    È con affetto che la moglie Paola, 50 anni (in foto sopra con il suo Fabio), e la figlia Lisa, 20, ricordano quell’uomo che ha segnato, cambiandola profondamente, la loro vita.

    “Fabio – inizia Paola – era il compagnone di tutti. Aveva una parola per ciascuno: poteva essere un consiglio, una presa in giro o un’opinione decisa.  Fatto sta che con il suo modo di fare insieme schietto e divertente, riusciva a condizionare le abitudini di tutti, dalle persone più anziane ai bambini”.

    “Ad esempio – ricorda – non gli piacevano le scarpe col tacco e io non le ho più comprate. Addirittura, una mia amica mi ha raccontato di recente che, per via di una critica di Fabio, ha smesso di mettere lo smalto rosso, perché le aveva detto che a lui non piaceva”.

    “Poi Fabio era sempre in ritardo – prosegue Paola – Non rispettava mai l’orario di cena e la scusa era sempre la stessa: il traffico. La verità è che si fermava a chiacchierare con tutti e un quarto d’ora diventava così un’ora. Pensa che anche il giorno del matrimonio è riuscito a far tardi: sono arrivata prima io di lui”.

    “Quest’ abitudine si ricollega al suo carattere determinato e testardo – sottolineano madre e figlia –  faceva sempre quello che diceva, e mai… quello che gli altri gli dicevano di fare”.

    “Una caratteristica peculiare di Fabio – continua Paola – era che, in qualunque luogo andasse, si faceva riconoscere. Il primo giorno di scuola fu l’unico a farsi richiamare dal preside. Per l’esame della patente sbagliò giorno. Durante il colloquio del servizio militare disse esplicitamente di essere raccomandato dallo zio”.

    In effetti Fabio era proprio come lo ha descritto Paola: un insieme scoppiettante di vivacità, testardaggine e simpatia.

    Ed è proprio così che ci piace ricordarlo: mentre cammina lungo il vialetto di casa, sigaretta accesa, con una battuta pronta per qualsiasi cosa stessi per dire. Chissà se anche adesso starà facendo lo stesso… .

    Per concludere, Paola e Lisa ci tengono ad esprimere la loro gratitudine nei confronti di tutti coloro che in un momento tanto difficile sono state loro vicino.

    “Cogliamo l’occasione – dicono – per ringraziare per la solidarietà che il paese ci ha dimostrato. Abbiamo ricevuto tantissime telefonate e molti telegrammi e, il giorno del funerale, la chiesa era piena. Un ringraziamento speciale va all’associazione di volontariato C.A.L.C.I.T., che offre gratuitamente, oltre a cure mediche, anche cure psicologiche”.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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