CASTELLINA IN CHIANTI – Tradisce un po’ di amarezza il sindaco di Castellina in Chianti, Marcello Bonechi, quando ci dice che “in tutto il periodo più duro qua abbiamo avuto due positivi al Covid-19, adesso siamo già a 10”.
Sì, perché oggi la Asl Sud Est ha notificato ben 7 casi positività al Sars-COV 2 nel comune castellinese. Casi molto particolari, di “importazione turistica” potremmo dire.
“Si tratta – spiega il sindaco – di un gruppo di amici lombardi, di Milano, che ha preso una villa in affitto nella nostra campagna”.
“Uno di loro – racconta ancora – qualche giorno fa è risultato positivo: aveva qualche sintomo, è stato sottoposto a tampone e il risultato è stato quello. Evidentemente aveva sviluppato la malattia fra la partenza e i primi giorni qua”.
“Gli altri – spiega ancora – sono stati messi tutti in quarantena. Ieri hanno fatto il tampone, e oggi sono stati dati i risultati: altri sette casi positivi”.
“Erano arrivati due settimane fa – riprende Bonechi – Come amministrazione comunale li aiutiamo, come abbiamo sempre fatto con tutti: con il servizio spesa, il servizio specifico per il ritiro dei rifiuti. E qualsiasi cosa serva”.
“Sono tutti in villa – riprende – stamani ci ho parlato per telefono: stanno bene, nessuno al momento ha bisogno di cure”.
“Gli altri due casi? Sono di persone straniere che vivono a Castellina – risponde ancora il sindaco – erano tornati al Paese d’origine e poi, al ritorno qua in Chianti, sono risultati positivi”.
Il pensiero va subito all’Rsa “Virginia Borgheri”, ovvero il luogo più fragile di tutto il comune: “Ai dipendenti che rientrano dalle ferie – dice Bonechi – è stato chiesto di portare il referto del tampone, e solo se negativo riprendono a lavorare”.
“Se il virus entrasse lì dentro – aggiunge – sarebbe un disastro. Nell’Rsa di Castellina abbiamo l’80% di non autosufficienti, immaginatevi voi”.
“E’ il nostro pensiero primario – conclude Bonechi – la chiudemmo agli ingressi esterni il 27 febbraio, prima che Regione e Governo diramassero l’isolamento di queste strutture. Addirittura i dipendenti si chiusero dentro, con turni di 15 giorni senza uscire…”.
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