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lunedì 10 Febbraio 2025
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    Memoria lungo le strade: martedì 14 gennaio a Castellina in Chianti vengono collocate due pietre d’inciampo

    Ricorderanno i coniugi Hugo Haim Lewin ed Erna Rosenbaum, internati nel 1941 a Castellina, prima di essere deportati nell'aprile 1944 ad Auschwitz, dove furono uccisi

    CASTELLINA IN CHIANTI – Sarà un momento molto emozionante quello che si vivrà domani, martedì 14 gennaio, alle 12 in via Ferruccio, al civico 29, a Castellina in Chianti, nel pieno centro storico.

    Qui infatti, alla presenza dell’artista Gunter Demnig, ideatore del progetto delle pietre d’inciampo, ne verranno collocate due nuove, particolarmente significative per la storia castellinese.

    Ricorderanno infatti i coniugi Hugo Haim Lewin ed Erna Rosenbaum, internati nel 1941 a Castellina in Chianti, presso l’ex pensione Mariani in via Ferruccio, prima di essere deportati nell’aprile 1944 ad Auschwitz, dove furono uccisi.

    L’iniziativa, promossa dal Comune di Castellina in Chianti e dal Gruppo Archeologico Salingolpe, in collaborazione con la Comunità Ebraica di Firenze e la sezione di Siena,vedrà la partecipazione del sindaco Giuseppe Stiaccini, dell’assessora regionale alla memoria della Regione Toscana, Alessandra Nardini, e dei rappresentanti della Comunità Ebraica di Firenze e della sezione di Siena.

    Demnig ha ideato queste targhe d’ottone della dimensione di un sampietrino (10 centimetri per lato), che vengono murate sulla strada, davanti alla porta della casa in cui abitò la vittima del nazismo o nel luogo in cui fu fatta prigioniera.

    Sulla targa sono incisi il nome della persona, l’anno di nascita, la data, l’eventuale luogo di deportazione e la data di morte (se conosciuta).

    Tutte informazioni che intendono ridare individualità a chi si vedeva ridurre soltanto a numero.

    L’espressione “inciampo” deve quindi intendersi non in senso fisico, ma essenzialmente visivo e mentale: vogliono, in sostanza, far fermare a riflettere chi vi passa vicino e si imbatte, anche casualmente, nell’opera.

    ©RIPRODUZIONE RISERVATA

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