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martedì 16 Aprile 2024
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    Tensione-Chianti, i sindaci si incontrano. Percorso comune, anche se Radda…

    Nota congiunta: "Collaborazione per il bene collettivo". Rimane aperta la questione sull'uso del suffisso "in Chianti"

    CHIANTI – Una nota ufficiale, congiunta, che rilancia la collaborazione dei sette sindaci del Chianti fiorentino e senese (Gaiole escluso, come ormai avviene da tempo) sul Distretto Rurale del Chianti. Che però lascia sul terreno molti dei punti interrogativi emersi negli ultimi giorni.

     

    In particolare dopo l'annuncio dei Comuni di Tavarnelle e Barberino Val d'Elsa del nome indicato dalla commissione consiliare per il nuovo comune unico: Barberino Tavarnelle in Chianti.

     

    E le polemiche. E le perplessità, sfociate in aperto contrasto, da parte di molti del Chianti senese.

     

    COSA HA DETTO RADDA IN CHIANTI NEI GIORNI SCORSI

     

    In primis l'amministrazione comunale di Radda in Chianti, che nei giorni scorsi ha diffuso una durissima nota ufficiale che ha alzato notevolmente il livello della pressione. Una nota in cui rimarcava che "il Chianti è intoccabile".

     

    Una nota, come detto, durissima:" La proposta della Commissione consiliare che affianca le amministrazioni comunali di Barberino Val d’Elsa e Tavarnelle – spiegava l'amministrazione comunale raddese – nel percoso di avvicinamento verso la fusione, di chiamare il nuovo Ente Comune di Barberino Tavarnelle in Chianti, rappresenta uno strappo inaccettabile di tutti gli accordi sin qui definiti".

     

    Poi la chiusura, che era un ultimatum senza tante possibilità di essere frainteso: "Pur continuando a credere fermamente nella bontà del lavoro svolto in questi anni in sede di Conferenza dei Sindaci e nelle collaborazioni con soggetti privati come il Consorzio del Chianti Classico, riteniamo che, in mancanza del ritiro di tale proposta, l’amministrazione di Radda in Chianti non potrà che recedere da ogni accordo e organismo territoriale iniziando a definire nuovi scenari per il futuro del nostro territorio".

     

    RADDA… OGGI

     

    Una nota che il sindaco di Radda in Chianti, Pier Paolo Mugnaini, conferma punto per punto. Senza tornare indietro di un millimetro.

     

    Anche dopo l'incontro di sabato 17 marzo a San Casciano: "La mia posizione rimane quella che il Comune di Radda ha preso nei giorni scorsi". Punto.

     

    L'INCONTRO FRA I SETTE SINDACI SABATO 17 MARZO

     

    Parole che vanno un po' controcorrente rispetto alla nota congiunta, scritta all'uscita dell'incontro di ieri, sabato 17 marzo, a San Casciano. Al quale hanno partecipati i sindaci del comuni aderenti al Distretto Rurale del Chianti: Mugnaini compreso.

     

    Al tavolo insieme al sindaco raddese c'erano infatti i colleghi David Baroncelli (Tavarnelle), Marcello Bonechi (Castellina in Chianti), Fabrizio Nepi (Castelnuovo Berardenga), Massimiliano Pescini (San Casciano), Paolo Sottani (Greve in Chianti), Giacomo Trentanovi (Barberino Val d’Elsa).

     

    LA NOTA CONGIUNTA DOPO L'INCONTRO DI SABATO 17 MARZO: "VOLONTA' DI COLLABORARE PER IL BENE DELLA POPOLAZIONE CHIANTIGIANA"

     

    “Ci siamo riuniti – hanno dichiarato i sette sindaci – per portare avanti l’impegno sul distretto e confrontarci sulla candidatura del territorio chiantigiano a riconoscimento Unesco come patrimonio dell’Umanità, oltre che sulle imminenti positive novità nel settore turistico con il Chianti proposto dalla Regione Toscana a far parte di un unico ambito di azione sul modello di quanto già avvenuto negli strumenti regionali di governo del territorio”.

     

    "I sindaci – si legge nella nota – ribadiscono convintamente le ragioni del lungo percorso condiviso e la volontà di collaborare anche in futuro nell’interesse di ciascuna comunità e dell’intero territorio chiantigiano".

     

    “Apprezziamo e sosteniamo – proseguono i sindaci – il lavoro dei comuni di Barberino e Tavarnelle verso una fusione lungamente ponderata e frutto di un impegno e di politiche condivise negli anni che hanno teso a coinvolgere con intelligenza le due comunità verso un traguardo storico. Nell’appartenenza ad una storia e a valori che accomunano le nostre terre, si ritiene pertanto un patrimonio insostituibile il lavoro compiuto e da compiersi insieme nell’interesse generale e per il bene comune della popolazione chiantigiana”.

     

    "Sono stati toccati molti punti – conclude la nota – che saranno ulteriormente precisati in prossimi incontri nello spirito di rispetto e con l’intendimento di trovare una direzione proficua per tutti, capace cioè di rendere protagonista ciascuna amministrazione e di far riconoscere ciascuno degli attori politici, economici e sociali come soggetto fondamentale nei tanti impegni da intraprendere per il prossimo futuro. I sindaci del Chianti, uniti, proseguiranno nel cammino più consono a dare benessere e qualità di vita a tutti gli abitanti del territorio".

     

    LA POSIZIONE DELL'EX DG DEL CONSORZIO CHIANTI CLASSICO GIUSEPPE LIBERATORE

     

    Una indispensabilità dell'unità chiantigiana ribadita anche dall'ex direttore generale del Consorzio Chianti Classico Giuseppe Liberatore.

     

    E parliamo di uno che in questo senso si è speso molto negli ultimi anni. E che giovedì 15 marzo, a margine della premiazione del Premio Il Magnifico era stato molto chiaro.

     

    "Un Chianti unito – ci aveva confidato Liberatore lanciando la palla in un campo ben preciso – è indispensabile per il futuro. Non penso che i sindaci di Tavarnelle e Barberino Val d'Elsa vorranno essere ricordati come quelli che hanno posto le basi per una sua divisione".

     

    MA BARBERINO E TAVARNELLE TORNERANNO INDIETRO SULLA SCELTA DEL NOME?

     

    Rimane solo da capire… cosa accadrà nel caso che i comuni di Barberino e Tavarnelle accolgano, con i loro consigli comunali, la scelta del nome avanzata dalla commissione. E se quel suffisso "in Chianti" potrà rimanere oppure no.

     

    Anche se leggendo bene la nota ufficiale dei sette sindaci c'è una parte che, pur senza dirlo apertamente, lascia aperte le porte di una retromarcia da parte di Tavarnelle e Barberino sulla scelta del nome, che tanta confusione ha creato.

     

    In una forma abbastanza evidente di "politichese", che da un lato non getta subito la croce addosso a Tavarnelle e Barberino e, dall'altro, può dare ai senesi scottati dalla scelta una prospettiva di ripensamento che possa concretizzarsi nelle prossime settimane.

     

    "I sindaci – si legge – hanno discusso in modo ampio e approfondito sulle denominazioni amministrative che sono state al centro di alcune riflessioni espresse negli ultimi giorni; all’interno dell’autonomia di ciascun ente, da tutti ribadita come valore assoluto dell’azione amministrativa, si è confermata la necessità di un percorso condiviso che possa aiutare l’azione di tutti verso gli obiettivi faticosamente raggiunti, cardini del futuro delle comunità chiantigiane".

     

    Vedremo cosa accadrà nelle prossime settimane. Di certo la volontà di un Chianti unito c'è. Si tratta solo di superare questo stop con un compromesso che vada bene a tutti.

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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